La cantante italo-francese annuncia il suo ultimo singolo: “L’Amour”

Yu Yu: una figlio in arriva, l’anoressia ormai alle spalle (si spera) e un nuovo singolo in uscita oggi, il cui titolo sembra autobiografico: “L’Amour”
Yu Yu, all’anagrafe Giuditta Guizzetti, autrice di successi come “Mon petit garçon” o “Bonjour bonjour“, sembra un’altra persona: “Il mio corpo oggi è a forma di cuore e sono felice“. Dopo una lunga lotta contro l’anoressia che l’aveva trasformata in un ammasso di ossa di appena 35 kg., ora la cantante italo francese sta attraversando una vera e propria rinascita, caratterizzata da una serie di lieti eventi e trasformazioni positive.
Proprio oggi, infatti, esce “L’Amour”, l’ultimo album della talentuosa cantante che era assente dalla scena ormai da otto anni (se si esclude il singolo “tabù” del 2005 gli anni diventano però 10: ultima apparizione al festivalbar del 2003, dove cantò “relax”).
Nel frattempo la sua ascesa, nel 2000 era un’assistente di volo della compagnia aerea Gandalf, nel 2001 era un’affermata interprete di successi musicali internazionali, si era infranta contro l’incubo dell’anoressia, che l’aveva portata al ricovero nella clinica Casa Francisci a Todi. Poi da quell’esperienza ne era uscito un libro “Il cucchiaio è una culla – Diario di Yu Yu nella lotta contro l’anoressia“. Ancora oggi Yu Yu parla della malattia che sconvolge la vita di migliaia di persone con profondo rispetto per chi ne è coinvolto: “Quando ti ammali di anoressia sei schiava di questo male e non ascolti nessuno. Bisogna stare attenti a dare suggerimenti, è un tema molto delicato e non ci sono ricette: io ho avuto la fortuna di avere un amico a Ibiza che mi ha proposto di trasferirmi e la forza di volontà per decidere di cambiare vita”
La sua salvezza è stata trasferirsi a Ibiza, dove ha ritrovato la serenità lavorando in un rinomato bazar dell’isola, e anche l’amore del suo compagno, Piermario.
Oggi è una puerpera raggiante che dichiara alla stampa: “Sono tornata a cantare in un momento molto speciale della mia vita. Questo disco è nato senza pensarci allo sbaraglio, un po’ come avvenne per “Mon petit garçon”. Siamo contenti del risultato, non abbiamo aspettative particolari. Qua sta il bello: quello che viene viene“.
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