Guglielmo Scilla: da videoblogger su YouTube a conduttore radiofonico, attore ed ora anche redattore! Scrive per Il Fatto Quotidiano, il suo primo articolo.
Ha iniziato con il web, è sbarcato in radio, ha scritto un libro, per poi approdare al cinema…mancava solo una rubrica su un quotidiano!
È uscito oggi in edicola, su “Il Fatto Quotidiano”, il primo articolo di Guglielmo Scilla, in arte Willwoosh.
La star di YouTube curerà sul giornale nazionale una rubrica dal titolo “X-Fatto”.
Willwoosh ha annunciato ieri la nuova attività su Twitter: “Domani esce il mio primo articolo sul Fatto. Non so se sono pronto per una responsabilità del genere…”
Da Willwoosh, a Clio MakeUp, a The Blonde Salad, sembra che la rete sia diventata la nuova chiave per il successo. Case cinematografiche, aziende, giornali, editori, canali televisivi sfruttano sempre più spesso il successo virtuale dei blogger, dandogli possibilità lavorative più o meno meritate.
I video di Willwoosh su YouTube, sarcastici, spesso nonsense, irriverenti e divertenti, sembrano funzionare …Ma sarà all’altezza della carta stampata?
A voi l’ardua sentenza, ecco l’articolo d’esordio firmato Willwoosh:
“Scrivere il proprio primo articolo su un giornale di tiratura nazionale può essere paragonato al primo rapporto sessuale? Sì. Con una sola differenza: se per te è la prima volta, per il giornale in questione sei uno dei tanti. È così che come con una milf (se non conoscete già il termine, evitate di cercarlo su Google) partono una sequela di problemi e complessi volti a minare il priapismo puberale sul quale hai sempre posto affidamento. Si ricorderà di me? La soddisferò? Sarà abbastanza lungo, anzi, sarà abbastanza largo? Alla fine dicono che le misure (alcune) non contino più di tanto. L’importante è il come e non il quanto. Certo, un discorso del genere suonerebbe alla grande se a parlare fosse veramente uno di quei ragazzi prodigio. Uno di quelli davvero bravi e meritevoli. Quelli che portano il maglione con sotto la camicia. Sempre. Quando a parlare di “come” però è il primo scemo preso dal web, qualsiasi slancio da intellettuale rischia di collezionare le stesse chance di successo che detiene un barrito quando spera di suonare come un sax. Anzi, cerchiamo di fare una delle mie adorate similitudini col cibo (chi mi conosce sa che amo le similitudini e che amo il cibo). Immaginate lo stress di una fetta di torta alle barbabietole. Questa viene tagliata e messa sul piatto di un bambino di cinque anni. Lo choc deve essere enorme! Alla vista, infatti, si presenta scura e piena di zucchero a velo. Il bambino la guarda felice, perché ritiene scioccamente di trovarsi di fronte a un dolce al cioccolato. La barbabietola però non è cioccolato. La barbabietola è sensibile e riesce a intuire le aspettative del tenero pargolo. Inizia ad avere paura perché vorrebbe piacere al bambino. Ma la barbabietola (ripetiamolo una seconda volta) non è cioccolato e mai lo sarà e, si sa, una barbabietola che ha paura non sa più nemmeno di barbabietola. Un tempo Ovidio se ne uscì con la frase “un amante teme tutto quello che crede”. Un po’ di anni dopo un famoso scrittore disse che “la paura uccide la mente”. Nel 1992, in un libro, Albus Silente spiegò a Harry Potter che “la paura di un nome non fa che incrementare la paura della cosa stessa”. L’altro ieri, infine, mia nonna mi ha detto “se ti va fallo, che ti frega?”.Appunto, che mi frega? Lo fai per sentirti più grande? Lo fai perché dicono che sia una cosa importante? Lo fai perché pensi che sia arrivato il momento di fare qualcosa? Non importa. Fallo, che ti frega? Un solo consiglio mi sento di darlo: evitiamo anche qua il tristissimo “amore, ti è piaciuto?”.”
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