Il Web è sotto attacco ma stavolta non da parte degli hacker. C’è il rischio che sempre più attori nel campo del web, esercitino illecite pressioni per controllare e manipolare gli utenti.
Il padre del Web parla del futuro della sua creatura e dei rischi che corre
Tim Berners Lee è un londinese di 57 anni, insignito nel 2004 per meriti scientifici dalla regina Elisabetta II con il grado di Knight Commander of the British Empire. Negli anni 90 ha creato il Web, insegna al MIT di Boston ed è considerato uno dei principali innovatori della nostra epoca, dopotutto se usiamo il web per gran parte delle nostre attività, è anche grazie alle sue capacità ed idee. E’ stato ospite della manifestazione Ict Days organizzati dalla Provincia di Trento e Trentino Network, svoltasi a Trento, ed ha colto l’occasione per fare un punto della situazione sul web, sui rischi che corre e sulle prospettive future.
Il padre del web ha innanzitutto parlato dei rischi che la sua creazione sta correndo, con governi ed operatori telefonici che vogliono controllarlo e manipolarlo a loro piacimento, inserendosi nella vita privata dei cittadini. Infatti, secondo Barners Lee “Tanti attori stanno maturando il potere di spiare i cittadini attraverso internet e purtroppo questi se ne accorgono solo quando, di colpo, un regime li disconnette dalla rete” e rivendica l’autonomia del web: “l’indipendenza della stampa è sacra, come deve essere quella di internet”. Il rischio di una forte pervasività dello Stato nei nostri affari su internet è molto elevato ed il padre del web ne è ben cosciente: “I governi possono spiare i cittadini sul web. Gli operatori possono violare la neutralità della rete spingendo i pacchetti di dati nelle direzioni volute, a favore di specifici servizi o contenuti e a danno di altri”.
Bisogna combattere, quindi, per la sicurezza e la neutralità del web; già, ma come? Tim Berners Lee punta tutto sulla cooperazione: “La collaborazione è uno dei principali motivi per cui ho creato il web. E adesso andiamo verso un futuro in cui tutte le interazioni con il governo saranno online. Ma non solo questo. E’ importante che i dati delle pubbliche amministrazioni siano online. Ma anche che i nostri dati personali siano accessibili sul web: tutto quello che le aziende e il governo sanno di noi, i nostri gusti, le nostre abitudini, i nostri dati sanitari. Sempre più dobbiamo essere messi in grado di scaricarli, farne una copia e magari condividerli”. Grazie ad una maggiore disponibilità di dati, condivisi da utenti, a beneficio degli utenti “potremo sapere meglio la situazione della nostra comunità. Se sta diventando più in salute o no. L’abbondanza dei dati, pubblici o personali, e la loro apertura sul web daranno nuovi poteri ai cittadini“.
Il padre del web poi si concentra su alcune previsioni su come il web si evolverà e punta, ancora una volta, sulla condivisione tra utenti, interconnettendo sempre di più la popolazione mondiale partendo dai normali utenti fino ad arrivare alle menti più illuminate: “Potremo scegliere la comunità globale dove partecipare. In fondo ho creato il web per facilitare la creatività di gruppo. Scienziati, economisti potranno sempre più facilmente collaborare, mettendo insieme le proprie idee per risolvere i problemi più gravi dell’umanità. Il riscaldamento globale è una di quelle emergenze che richiede molta condivisione e partecipazione da parte di tutti quelli che possono aiutare”.
La collaborazione come fulcro, dunque, della libertà del web e di rimando, dei cittadini. Persone animate da uno stesso ideale, potranno fare pressione su governi ed operatori, affinché non cedano alle derive restrittive della liberà e permettano un libero scambio di idee senza controlli invasivi. In ultimo Barners Lee si augura che “In futuro, il solo posto in cui si prenderanno decisioni politiche sarà il web”.
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