Si chiama Dario Tedesco, è un vulcanologo formatosi alla Seconda Università di Napoli ed è stato chiamato dal 1995 ad oggi per occuparsi dello studio e del monitoraggio del vulcano che detiene il primato mondiale di pericolosità: è il Nyiragongo, posizionato ai confini della Repubblica Democratica del Congo, alto 3470 metri e alle cui pendici sorge una città,Goma, in continua crescita che conta oltre un milione di abitanti. Questo vulcano sembra davvero un inferno sulla terra: è sempre attivo, erutta violentemente circa una volta ogni 3 anni, le più forti quelle del 1997 e 2002. Il suo cratere, del diametro di circa 1,5 km custodisce un lago di lava incandescente molto liquida, che se uscisse per riversarsi all’esterno prenderebbe una velocità inarrestabile e coprirebbe l’intera città.
Dario Tedesco è responsabile del piano di emergenza messo appunto per discutere con le autorità locali delle misure da adottare, e della diffusione delle informazioni nella popolazione, perchè sia preparata in caso di pericolo eruzione.
Nel cuore di Nyiragongo ci sono circa dieci milioni di metri cubi di magma e gli studi hanno accertato che prima o poi, anche per probabili sismi che nella zona, posta sopra la grande frattura della crosta terrestre detta Rift Valley, questo magma scenderà spaccando le già sottili pareti del cratere e riversandosi interamente verso le pendici. Non si sa quando ma accadrà.
Nel 1995 un’eruzione tagliò in due la città di Goma, considerata ad oggi la più esposta in assoluto al pericolo vulcanico, e procurò molte vittime e circa 120 mila sfollati.
Per tutti questi motivi il vulcano è osservato speciale delle Nazioni Unite che ha inviato sul posto una squadra di esperti tra cui spicca la rappresentanza italiana, molto competente e richiesta, dell‘Istituto di geofisica e vulcanologia, della Seconda Università di Napoli e dell’Università di Firenze.
Le spedizioni si posizionano a una distanza di soli 140 metri dal lago incandescente, dalla cui lava si possono capire molte cose sullo stato del mantello terrestre sotto la crosta. Di fronte a questo pericolo come ci si sente? Tedesco spiega:
“L’effetto è di una bellezza struggente e di una potenza straordinaria. E meno pericoloso di quanto si pensi. E poi essere piccoli davanti a tanta grandezza ci fa riflettere su quanto siamo veramente effimeri. Un piccolo bagno di umiltà, non nel lago di lava ovviamente!, fa sempre bene.”
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