In leggerissima salita le vendite musicali: un’inversione di tendenza che fa sperare. Non è più il tempo del possesso del cd però: si apre l’era della sottoscrizione musicale.
Troppi cantanti ed artisti e pochi dischi venduti. L’industria della musica è in crisi da tempo, a causa soprattutto dell’avvento di internet e della musica scaricabile gratuitamente. Dal 1999, tutte le case discografiche, dalla Sony all’Universal alle etichette musicali piccole ed indipendenti hanno vissuto un tetro periodo economico segnato da un nefasto segnetto meno. Ora finalmente si sta intravedendo la luce alla fine del tunnel, che sia effimera, oppure no, ancora non lo si sa.
Per la prima volta dopo oltre 10 anni comunque le vendite dei dischi sono tornate a salire invece che decrescere. Lo rende noto la federazione internazionale dell’industria fonografica. Nel 2012 le vendite hanno raggiunto quota 16, 5 miliardi di dollari, con un aumento dell0 0,3 %. Cifra esigua ma almeno positiva. L’inversione di tendenza è stata trainata soprattutto dal download digitale e dai servizi di sottoscrizione: un nuovo modo di intendere la compravendita della musica che ora finalmente sembra dare i suoi frutti, economicamente parlando. E sì che ancora adesso fare il cantante sembra essere il sogno di molti giovani, fin troppi, che ogni anno tentano la sorte sfidandosi in vari talent, nazionali e locali. Un modo come un altro per raggiungere il proprio posto al sole.
Non si può più puntare sulla vendita fisica del cd: non è più interessante avere un cd fisico in casa, dato che lo stesso cd diventa un device piuttosto atavico. Ciò che importa è ascoltare la musica, la canzone, nel momento in cui si preferisce. Non è neanche importante possedere quel cd quanto ascoltarlo. E’ proprio questo il principio dello scambio e della sottoscrizione dei contratti per far ciò, un numero in continua espansione. Sembra quindi che per la musica la situazione “suoni” finalmente bene!
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