Due skipper hanno già lasciato il Vendée Globe. In tre giorni, già due abbandoni definitivi. Ecco cos’è successo.
Due skipper hanno già lasciato il Vendée Globe
Sembra quasi di assistere al film « 10 piccoli indiani di» Agatha Christie o meglio di leggerlo.
Questa settima edizione del Vendée Globe, che ha preso il via sabato 10 novembre da Les Sables d’Olonne, oramai poco più di tre giorni fa, é già alla sua seconda vittima.
La prima, Marc Guillemot, dopo una mezza giornata di navigazione faceva rientro in porto e a neppure a 24 ore dalla partenza annunciava il ritiro definitivo.
Danni troppo importanti alla chiglia di Safran a seguito di uno scontro con un “UFO dei mari “non permettevano di prevedere una ripresa della competizione.
Lunedì 12 è stata la volta di Kito de Pavant, che prima della fine delle seconde 24 ore di navigazione ha subito un “incontro ravvicinato” che si è concluso con uno scontro con un ben identificabile peschereccio.
La collisione non è stata “indolore” e Groupe Bel, ha subito gravi danni tanto da obbligare de Pavant ad abbandonare la gara.
Lo skipper ha riguadagnato le coste portoghesi, a largo delle quali è avvenuto l’incidente, ed é arrivato lunedì in serata a Cascais riuscendo a tenere in piedi l’albero.
Secondo lo skipper, il peschereccio non aveva attivato il suo AIS, il sistema che permette di essere identificato in mare permanentemente, e, magari, non lo aveva neppure in dotazione.
Ma Kito de Pavant, piuttosto che essere arrabbiato contro il peschereccio, ha affermato esserlo contro se stesso, che aveva scelto di riposarsi “al momento sbagliato”.
«Je n’ai pas de colère contre les pêcheurs mais contre moi, parce que ce truc là n’aurait pas dû arriver. On ne pouvait pas le prévoir, mais je m’en veux de m’être couché au mauvais moment. Ce risque de collision existe toujours en solo, avec les cargos, les pêcheurs. Ça peut arriver au Portugal, au Sénégal, au large du Cap Vert ou du Brésil. Partout ».
« Non sono in collera contro i pescatori, ma contro di me, perché una cosa del genere non sarebbe dovuta capitare. Non era possibile prevederlo, ma ce l’ho su con me di essere andato a riposare al momento sbagliato. Questi rischi di collisione esistono sempre quando si è in solitario, con i cargo, i pescatori. Può capitare in Portogallo, nel Senegal, al largo di Capo Verde o del Brasile. Ovunque”
Di nuovo un’enorme delusione, dopo tanto tempo trascorso a prepararsi a preparare questa avventura e lasciarla dopo soli due giorni … “c’est même pas possible, même pas possible”..ripete de Pavant:”Non è proprio possibile, proprio possibile!”
Alla fine della terza giornata, al bollettino delle 20h, François Gabart su Macif é ancora in testa, seguito da Bernard Stamm e Armel Le Cleac’h, rispettivamente a 50 e a 80 miglia circa.
L’unico italiano, Alessandro di Benedetto, è a 380 miglia, sedicesimo seguito dal polacco Gutkowski e 18esimo e ultimo in gara Bertrand de Broc a 540 miglia da Gabart.
De Broc però era partito con circa mezza giornata di ritardo. Costretto a tornare in porto prima della partenza, a seguito di un incidente con uno zodiac.
Era riuscito a fare le riparazioni e unirsi alla competizione ma con oltre mezza giornata di ritardo.
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