Vendée Globe – E dopo una due, tre, quattro, cinque…settimane
Vendée Globe – E dopo una due, tre, quattro, cinque, sei, sette, settimane…. recitava una filastrocca della mia infanzia, in tema con l’argomento, il cui soggetto era il piccolo naviglio che riprendeva a navigare…e al Vendée Globe siamo intanto arrivati alla quinta.
Dopo i record di incidenti delle due prime settimane, la terza settimana del Vendée Globe si è conclusa, la quarta pure e la quinta è da poco iniziata senza che si siano registrati nuovi abbandoni.
Record di Le Cleac’h
Armel Le Cleac’h su Banque Populaire, a lungo in testa, ha battuto il record Les Sables d’Olonne – Capo di Buona Speranza, strappandolo al detentore Riou, che nell’edizione 2004 lo aveva raggiunto in 24 giorni 02 ore e 18 minuti.
A Le Cleac’h sono bastati 22 giorni 23 ore e 48 minuti, seguito da Jean-Pierre Dick su (Virbac-Paprec 3) e François Gabart con (MACIF)
Un minuetto tra i primi classificati
I tre si disputano la prima posizione in un balletto che continua.
In questi ultimi giorni, Le Cleac’h a lungo primo, era passato in seconda posizione, sorpassato da Jean-Pierre Dick, giunto in testa da una diversa rotta in cerca di venti più freschi.
Giovedì sera 6 dicembre, all’ultimo rilevamento delle ore 20, Francois Gabart era primo di nuovo, mentre Jean-Pierre Dick scendeva in quarta posizione e Bernard Stamm risaliva al terzo posto ed era in netta progressione.
I quattro si rincorrevano con una distanza di 45 miglia che separava il primo dal quarto.
Le porte dei ghiacci
Addio Oceano Atlantico! oramai in quello Indiano nell’area dei “40 ruggenti” tra venti turbolenti, lontani dalle coste…anche se in questa zona si possono ritrovare venti calmi dell’anticiclone, che frenano e che non sempre gli skipper riescono a schivare perché il percorso non è totalmente libero, ma condizionato da porte di sicurezza – ghiacci.
Porte che condizionano, ma che nessuno rimette in questione.
Porta Aiguilles, Porta Crozet, Porta Amsterdam…Tutte porte, passaggi obbligati che impediscono di scendere troppo a sud nell’Antartico e cercano di limitare al massimo rischi di collisione con iceberg.
L’edizione Vendée Globe 1996 ha segnato profondamente e lasciato le sue tracce: la scomparsa di Gerry Roufs e tre naufragi hanno convinto ad adottare misure di sicurezza supplementari, tra cui le porte dei ghiacci appunto, apparse nell’edizione Vendée Globe 2000.
Corsi e ricorsi- Corse e rincorse
…e in questo mix tra zefiri e venti forti, venerdì 7 lo svizzero Bernard Stamm prendeva il comando seguito da Gabart e Jean-Pierre Dick mentre Le Cleac’h stagnava tra i venti dell’anticiclone a più di 100 miglia dal primo, perdendo ancora terreno tanto che ora del pomeriggio finiva in quinta posizione superato dal britannico Alex Tomson su Hugo Boss.
Al rilevamento serale la situazione non era cambiata, mentre nelle retrovie chiudeva e, oggi lunedi, chiude sempre la fila, Alessandro di Benedetto su Team Plastique che si avvicina alla prima porta dei ghiacci, preceduto da Tanguy de Lamotte su Initiatives Cœur e Bertrand de Broc su Votre nom autour du monde.
Velocità supersoniche
Con il week end Le Cleac’h ritrova il vento e la prima posizione.
Oggi lunedì pomeriggio però è Gabart che si trova di nuovo in testa e che quasi quasi si stupisce di avanzare così velocemente tanto da superare Le Cleac’h.
Ovvio che se ne rallegra, ipotizzando di non avere, forse, le stesse vele dell’altro skipper, e augurandosi che… continui cosi’.
Il minuetto ha ripreso a battere il tempo, Jean-Pierre Dick è terzo a un’ottantina di miglia e non troppo lontani dal gruppo di testa seguono quarto Stamm e quinto Tomson tutti diretti sulla Porta Amsterdam.
Di strada ce n’è ancora tanta mentre i contatori esplodono.
545 miglia percorse nelle ultime 24 da Gabart che non è il solo ad aver sorpassato la barra delle 500 miglia giornaliere: 516,9 miglia per Jean-Pierre Dick e 506,9 per Bernard Stamm
Il record precedente, stabilito da Jean-Pierre Dick il 1 dicembre era di 502,53 miglia.
Velocità supersoniche che dovrebbero durare ancora fino alle porte dell’Australia…al prezzo però di una totale mancanza di comfort.
Tutto ha un costo!
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