Tutte le imbarcazioni in regata si trovano nell’oceano Atlantico in risalita verso Les Sables d’Olonne.
Alessandro Di Benedetto a Cap Horn
Dieci settimane sono trascorse oramai da quel 10 novembre, in cui a Les Sables d’Olonne ha preso il via l’attuale edizione del Vendée Globe.
Attraversati tre oceani, doppiati tre Capi (con la maiuscola di rigore), tra quaranta ruggenti, cinquanta urlanti, sfidati venti, iceberg e non ben identificati oggetti galleggianti che fin dall’inizio hanno ridotto il drappello dei venti skipper portandolo a 13, i regatanti sono tutti di nuovo nell’ Oceano Atlantico, dopo che i primi lo hanno raggiunto con l’arrivo del nuovo anno.
Gabart ha ben di che brindare all’anno nuovo con tanta allegria: varca infatti la soglia incantata e tumultuosa del Cap Horn il 1 gennaio alle 19 e 20, tallonato dal solito Armel che non tarda a raggiungere l’ambita meta. Le Cleac’h doppia, infatti, il capo per eccellenza dei naviganti, poco oltre un’ora dopo.
Tombola per i due skipper in testa alla gara, ma, non per tutti, la giornata si conclude festosamente.
Certo non è il caso di Bernard Stamm, per il quale il verdetto della giuria cade inesorabile.
Nel comunicato delle ore 18 dell’1 gennaio 2013, la squalifica dell’elvetico Stamm è ufficiale. L’aiuto, benché non richiesto, ma ricevuto da un membro dell’equipaggio di una nave scientifica russa, il Professeur Khoromov, gli è fatale per il proseguimento della gara.
I venti che hanno in pratica fatto la corsa in 13 sono oramai ridotti a 12.
Si vede che con l’avvento del nuovo anno 2013, questa cifra vuole l’esclusiva e di 13 ne basta uno!
Movimento nelle retrovie…gli ultimi non saranno forse “i primi”, ma hanno un loro fascino tutto speciale.
Tanguy De Lamotte, skipper di Initiatives-Coeur , fiero del suo primo passaggio al capo e superfiero di annunciare che un nuovo bambino potrà essere operato grazie all’operazione” 1 clic sur J’aime = 1 euro “ il 15 gennaio sorride beato e torna a navigare nelle acque atlantiche.
Cap Horn infine anche per Alessandro di Benedetto, che da “bravo capricorno” ha da poco festeggiato il compleanno in solitudine il 5 gennaio preparandosi a passare il capo e riemergere nell’oceano atlantico..
Sedici giorni dopo Gabart anche l’italo-francese doppia il capo dopo 68 giorni, 5 ore e 29 minuti di circumnavigazione.
Per la seconda volta il mitico capo della Terra del Fuoco scalda l’anima e il sangue nelle vene di questo navigante molto particolare che per sua stessa ammissione afferma di non possedere il classico profilo del regatante.
Qualche ora dopo nella notte da giovedì a venerdì, un UFO per Tanguy che cozza contro la chiglia senza peraltro causare danni alla struttura e gennaker lacerato per Alessandro, due drizze fuori uso e una passeggiatina in previsione in testa d’albero.
Le drizze saranno riparate e l’italo-francese delizierà il lettore con il suo racconto che appare sul sito ufficiale del Vendée Globe sabato 19 gennaio verso le 21e 30.
Non si può non apprezzare la sua calma olimpica, la sua pazienza, la sua delicatezza.
Mentre il termometro annunciava 4° saliva in testa d’albero, munito di tè e uvetta secca per rinfrancarsi, e il materiale necessario per le riparazioni.
Mentre, intento a lavorare, è caduta un po’ di neve, Alessandro si è soffermato ad ammirarla e a condividere poi la magnificenza dello spettacolo dominato dall’alto.
Da Di Benedetto a de Broc, decimo e terzultimo dei regatanti passando per De Lamotte che non sono e non saranno certo i primi al traguardo ( il meglio piazzato dei tre è a ben più di 3000 miglia da Gabart) raggiungono comunque il primato della velocità giornaliera.
Tutti e tre favoriti da venti portanti riducono un po’ le grandissime distanze che li separano dal primo.
Sabato 19, tutti nell’oceano atlantico, chi più a sud, chi più a nord:
Gabart sempre in testa, distanzia Le Cleac’h che continua a inseguirlo, di oltre centoquaranta miglia e veleggia a ovest delle isole di Capo Verde.
Oggi domenica 20 il giovane François ha guadagnato ancora una decina di miglia sul suo inseguitore.
Les Sables d’Olonne sono sempre meno distanti per il giovane francese che ha varcato la soglia del -meno di duemila miglia- all’arrivo, rendendolo prevedibile qualche giorno prima di fine gennaio, il 27 o il 28.
Tour du monde en 80 jours, anzi anche sotto quota ottanta per il ventinovenne François e per chi lo segue a ruota?
Una settimana circa sembra separare Gabart dal traguardo, permettendogli così di battere il record di Michel Desjoyeaux che nella precedente edizione aveva compiuto il tour in 84 giorni (in realtà 84 giorni meno 40 ore per una riparazione appena alla partenza).
L’ultima parola non è comunque ancora detta e in mare e con i venti (chi va per mare lo sa bene) niente è certo e tutto può ancora accadere.
Dal primo al terzo posto tutto è ancora giocabile per i primi quattro: Gabart, Le Cleac’h, il terzo francese Jean-Pierre Dick e l’inglese Alex Thomson che dovranno vedersela con l’alta pressione delle Azzorre e nuove strategie.
Gli ultimi due si trovano rispettivamente a 536 miglia e a 783 dal leader della corsa secondo l’ultima classifica di mezzogiorno.
Un dato è cero però: data la scarsa partecipazione straniera, le uniche note di inno che potrebbero risuonare, saranno quelle di una bella Marseillaise !
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