In vénti contro i vènti, tra cui l’italiano Alessandro Di Benedetto alla partenza del Vendée Globe.
Vendée Globe -In vénti sono pronti per questa sfida contro i vènti del mondo.
Vénti velisti, di cui otto non francesi, pronti a tagliarsi fuori dal mondo terrestre per questa sfida nei mari, contro vènti, onde e solitudine per circa tre mesi in una regata intorno al mondo, in solitario senza scalo e senza assistenza. Rigorosamente soli ma in compagnia di bollettini meteorologici. Solo in caso di naufragio un concorrente ha la possibilità di soccorrere e prendere a bordo della propria imbarcazione la persona in difficoltà senza per questo essere squalificato, anche se chiaramente deve poi sbarcarla nel primo porto.
Partenza tra poche ore per la settima edizione del Vandée Globe, la più famosa regata in solitario che si corre ogni quattro anni dal 1989
Il via è alle 13 e 02 da Les Sables d’Olone in Vandea, porto anche del traguardo, dopo il tour du monde di circa 24.000 miglia (38 624 chilometri) e tre capi: quello di Buona Speranza, il capo di Leewin e il mitico capo Horn..
Tanta emozione sui pontoni in questi ultimi momenti, ultimi saluti, tra la separazione da amici e famiglie e stress e pressione della partenza.
Un grande entusiasmo da parte dei visitatori, si parla di più di un milione di presenze che hanno visitato il villaggio e i pontoni nelle due ultime settimane e come riferiscono i cronisti da Les Sables d’Olone: “Une très bonne ambience”…buon spirito, buon clima(in senso figurato) perché il meteo non è certo dei più invitanti con la pioggia intermittente che ha marcato questa mattinata della partenza.
Sempre più difficile trovare sponsor in momenti di crisi: sono presenti alcune grandi società per finanziare questa corsa ma “soprattutto molte PME (petites moyennes entreprises) piccole e medie imprese, senza le quali il Vendée Globe non esisterebbe in questi tempi difficili” come spiega l’italo francese Alessandro Di Benedetto che con Team Plastique, possiède uno dei più piccoli budget della corsa (circa 1 milione d’euro).
Di Benedetto non è alla sua prima esperienza in solitario intorno al mondo, aveva già realizzato questo exploit con un 6 metri e mezzo, impresa che gli aveva aperto le porte del Vendée Globe e procurato il suo sponsor ( francese) Team Plastique.
Unica donna presente quest’anno alla mitica corsa è la britannica Samantha Davies, al suo secondo Vendée Globe dopo quello cui aveva partecipato quattro anni fa assicurandosi una quarta posizione.
Nessuna donna ha mai vinto questa regata in cui un’altra britannica Ellen MacArthur, all’epoca ventiquattrenne, aveva terminato il Vendée Globe in seconda posizione nell’edizione 2000-01.
Una prova che richiede un’eccellente forma fisica, perché da soli in mezzo al mare e senza nessuno su cui contare, all’eccezione di se stessi, domanda un fisico d’acciaio e nervi a buona tenuta… e tutto questo per cosa?
Per la gloria?
Il mondo della vela non è quello di altri sport e benché si sia sviluppato negli ultimi decenni in Italia ( in Francia lo era da molto prima) non conosce certo la popolarità di tante altre discipline sportive e la celebrità di massa non si ottiene certo da velisti.
Per la ricompensa?
Non credo, che in termini economici, il gioco valga la candela.
Il vincitore del Vendée Globe riceverà 160.000 euro.
100.000 sono destinati al secondo e 75.000 al terzo mentre una ricompensa variabile, in base a quanti concorrenti toccheranno il traguardo, è prevista per tutti gli altri… peanuts rispetto a quanto si può “racimolare” con sport meno rischiosi.
Considerando l’impegno richiesto, il pericolo corso, ripeto, non mi pare proprio che la contropartita economica possa essere una motivazione.
E allora cosa resta?
Cosa resta come motivazione se non la sfida contro il mare, l’ignoto, la sfida contro se stessi, i propri limiti, verso la conoscenza di quello che esiste al di là delle colonne d’Ercole (doppiamente virtuali per i nostri naviganti che non partendo dal Mare nostrum ma dall’oceano non devono attraversale) e la conoscenza di se stessi dei propri limiti e cercare di superarli?
Bon vent à tous! Buon vento a tutti ! é quello che si può augurare…
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