Ad una settimana completa dalla partenza del Vendée Globe bilancio di sette giorni di incidenti e abbandoni della prestigiosa regata intorno al mondo, in solitario, senza scalo e senza assistenza.
Tra poco si concluderà la prima intera settimana di navigazione dei concorrenti del Vendée Globe.
…una settimana fa a Les Sables d’Olonne regnava un clima elettrizzante tra gli ultimi preparativi, le messe a punto, le aspettative dei venti concorrenti e l’adrenalina che correva a fiumi dilatata dall’ entusiasmo dei visitatori del villaggio.
La parata…e poi, ancore salpate, i venti skipper circondati da battelli e gommoni (fin troppi e troppo invadenti, come si vedrà) in attesa delle fatiche ore 13:02.
Quattro minuti prima dell’ora X il distacco finale dai membri del team ancora a bordo e infine dopo un minuto dal risuonare dell’ultimo colpo, il via per “il grande largo”. Fin dall’inizio sono incominciati i primi incidenti e Votre Nom autour du Monde, con al timone Bertrand de Broc é la prima barca che ha problemi e, costretta a rientrare in porto per le riparazioni dopo lo scontro con uno zodiac, non sarà sulla linea di partenza con e altre 19.
Ma il primo sfortunato in fin dei conti lo sarà meno di tanti altri, perché dodici ore circa dopo la partenza ufficiale de Broc riuscirà a prendere il largo.
E questo incidente prima del via è ben poca cosa rispetto a quello che de Broc ha conosciuto in precedenti edizioni del Vendée Globe.
La “bomata” durante il Vendée Globe del 1992, poi improvvisatosi chirurgo e dopo un consulto medico, la auto-ricucitura della lingua, tagliata dalla drizza della randa, ma infine l’abbandono della corsa in questa edizione perché la chiglia non tiene.
Nuovo tentativo quattro anni dopo, nel 1996, con un’operazione originale, la stessa che riutilizzerà quest’anno. Invece di un solo sponsor, tanti, tantissimi sponsor per finanziare la sua impresa.
La sua imbarcazione, allora come ora, Votre Nom Autour du Monde-Il vostro nome intorno al mondo ha lo scafo tappezzato di un collage di nomi dei vari sponsor che con modica cifra lo possono supportare e sovvenzionare.
Operazione originale e vincente, non la barca.
De Broc purtroppo è costretto di nuovo all’abbandono della corsa, l’imbarcazione perde la chiglia e si rovescia a due giorni dall’arrivo a Les sables d’Olonne.
Mentre a quest’edizione, de Broc riesce infine a prendere il via dal porto della Vandea, in questo stesso porto fa ritorno con poca speranza, ma si sa Spes ultima dea… e dopo aver fuggito i Sepolcri naufraga rapidamente, Marc Guillemot, migliore partenza al via, e il suo Safran.
Uno scontro con l’oggetto galleggiante non identificato, i danni ingenti e purtroppo l’ insindacabile verdetto di “non riparabile”per ripartire.
I due cugini si incrociano nelle prime ore di domenica mattina dell’11 novembre, San Martino, che con il suo mantello non riparerà proprio tutti dalle intemperie.
È di lunedì l’abbandono di Kito de Pavant dopo lo scontro con un ben identificato oggetto, si tratta questa volta di un peschereccio, purtroppo non individuato per tempo.
De Pavant era da poco sceso a riposarsi, nessun AIS da parte del battello da pesca, un insieme di circostanze sfavorevoli.
Di nuovo un’enorme delusione, dopo tanto tempo trascorso a prepararsi a preparare questa avventura e, lasciarla dopo soli due giorni … “c’est même pas possible, même pas possible”..”Non è proprio possibile, proprio possibile!” ripete de Pavant che sembra non riuscire a capacitarsi di quanto gli é capitato.
Nelle prime ore della mattina di mercoledì 14 è la volta di Bureau Vallée per uno scontro tra natanti. L’imbarcazione di Louis Burton entra in collisione con un peschereccio.
Danni notevoli, ma c’è la speranza, in una corsa contro il tempo di riuscire a raggiungere Les Sables d’Olonne…. ritornare, riparare, ripartire.
Era fattibile…ma in mare, lo sa bene chi lo frequenta, non ci sono mai certezze.
Condizioni meteo negative, un vento contrario dalla parte danneggiata dello scafo lo hanno fatto capitolare e rassegnare all’abbandono e venerdì mattina Louis Burton, il più giovane skipper in gara è arrivato a La Coruña, sano e salvo, cedendo il posto di “beniamino”non tanto nel senso di figlio prediletto piuttosto nel senso francese di più giovane ( Benjamin-Beniamino, di biblica reminescenza era il figlio prediletto ma anche l’ultimo e dodicesimo) al ventinovenne François Gabart tra i primi della corsa.
Ultimo infortunio e abbandono quello della neo-mamma ed unica donna della corsa Samantha Davies.
Sam veleggiava in condizioni di maltempo manovrando da sottocoperta, e da donna prudente e “conservativa” si accingeva a prepararsi per la notte con una nuova mano di terzaroli alla randa, quando ha disalberato.
È con la luce del giorno che ha potuto fare il punto della situazione, arrendersi e rassegnarsi ad accendere il motore per raggiungere l’isola di Madera dove è attraccata nel porto di Funchal sabato mattina, qualche ora prima dello scoccare la ventiquattresima ora del settimo giorno.
Samantha che era arrivata quarta alla precedente edizione del Vendée Globe non è arrivata così a concludere neppure una settimana di navigazione.
Più fortunato per il momento lo spagnolo Javier Sanso che ancora stamani viaggiava a velocità ridotta nell’arcipelago delle Canarie in cerca di un riparo sotto costa, trovato poi vicino Ténérife, per poter effettuare in tutta sicurezza le riparazioni in testa d’albero e recuperare la drizza della randa. Acciona ha issato di nuovo tutta la velatura e ha ripreso la corsa normalmente.
All’ultimo rilevamento di mezzogiorno a un’ora dalla fine della prima settimana gli skipper rimasti in gara sono oramai 16, tutti uomini e la classifica vede in prima posizione sempre Armel Le Cleac’h, seguito da Bernard Stamm a 29,5 miglia, terzo François Gabart a 56, 9 m. Jean-Pierre Dick su Virbac Paprec 3° a 72,1m e Riou quinto a 79,5m.
A oltre 112 miglia dal primo segue su Hugo Boss il primo non francese, il britannico Alex Thomson e via via gli altri dieci concorrenti a distanze varie e progressive sino all’ultimo e sedicesimo Alessandro di Benedetto su Team Plastique a 774,6 miglia da Le Cleac’h.
E ora prepariamoci alla seconda di queste non poche settimane che attendono i nostri navigatori, che dovrebbero concludere la gara (per chi ci riuscirà) in circa tre mesi….
Ce n’è ancora di tempo, di emozioni e di avventure…prima della parola FINE.
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