UMP sul bordo del baratro, un partito in fallimento? I sostenitori di Fillon con l’ex primo ministro creano un nuovo gruppo parlamentare.
La commissione di ricorso dell’UMP, ieri sera, ha emesso il suo verdetto riconoscendo a Jean-François Copé la vittoria e per la terza volta dichiarandolo presidente del primo partito di opposizione.
Primo partito…. dell’opposizione ancora per quanto?
François Fillon, ex primo ministro del governo Sarkozy, denuncia un “colpo di stato”, rifiuta i risultati che danno Copé vincente davanti a lui per un migliaio scarso di voti e si batte per la verità, la chiarezza, la trasparenza in queste torbide e limacciose acque dell’elezione.
Per Fillon non si tratta, a quanto pare, di una questione personale, ma di un bisogno di chiarezza, onestà, giustizia da ricercare e che non riconosce garantita dalla commissione UMP, secondo lui in mano a Copé e dunque non obiettiva, imparziale e attendibile.
Fillon richiede un nuovo voto dei militanti e stamani è in corso la riunione di una cinquantina di deputati pro-Fillon per decidere di una possibile procedura civile per invalidare il voto e del loro futuro, con una scissione forse e di conseguenza mettere in discussione il destino dell’UMP.
Cosa rimarrebbe di questo partito diviso a metà?
Sarkozy alla riscossa?
Dopo il fiasco della mediazione di Alain Juppé, il sindaco di Bordeaux ha chiamato in causa l’ex presidente della repubblica, l’unico a suo parere ad aver l’autorità sufficiente per poter risolvere la situazione e uscire da questo impasse. “C’est à lui de jouer.” “Il apparaît clairement qu’il est le seul aujourd’hui à avoir l’autorité suffisante pour proposer éventuellement une sortie que je n’aperçois pas pour ce qui me concerne”
C’é chi pensa che Sarkozy sia pronto a emettere un comunicato per mettere fine alle ostilità e chi nega che l’ex presidente sia pronto a scendere in campo.
E Sarkozy benché preoccupato per la sorte dell’UMP e disponibile a intrattenersi con entrambi i candidati, lunga telefonata con Copé, pranzo lunedì con Fillon, non pare proprio che sia pronto ad assumere il ruolo di conciliatore, riprendendo il testimone da Juppé.
Verso un nuovo voto?
Un nuovo voto dei militanti?
Nicols Sarkozy, che lunedì si è incontrato per pranzo con Fillon e intrattenuto per un tête à tête con lui, non sarebbe contrario a una nuova votazione dei militanti e secondo quanto riporta le Figaro, che cita un seguace di Fillon, l’ex capo di stato avrebbe affermato di essere favorevole a un nuovo voto: “Je suis favorable à une nouvelle élection entre vous deux.”
Nuova votazione richiesta da Fillon e i suoi fedeli per far uscire il partito dalla crisi in cui lo ha fatto sprofondare l’elezione, pur se nel frattempo nel campo Fillon si medita di creare un loro gruppo parlamentare.
Di pochi minuti, é la notizia della creazione di un nuovo gruppo parlamentare, autonomo, indipendente dall’UMP, forse rispondente al nome Rassemblement-UMP ( il nome non è ancora né certo né ufficiale). Il gruppo sarà sciolto non appena una nuova elezione del presidente del partito sia avvenuta.
Copé invece rimane fortemente e ferocemente contrario a nuove elezioni, che considera assolutamente negative.
Legittimato dal voto dei militanti, che hanno preferito la sua linea politica, quella di una destra e un centro destra senza complessi pronta per una opposizione tonica, come afferma in un’intervista radiofonica martedì mattina (“Et surtout une campagne qui a permis de défendre une ligne politique, celle d’une droite et d’un centre droit qui soient décomplexés, qui soient républicains, qui soient le reflet de ce que veulent les Français, c’est-à-dire une opposition tonique“), Copé ritiene che l’ora non è di votare ma di mettersi al lavoro e di riprendere la lotta contro la sinistra al governo “Lorsque j’entends certains dire qu’il faut revoter, non, l’heure n’est pas à la passion du moment, la question est de dire que les militants veulent qu’on se remette au combat face à la gauche”
Un nuovo voto, secondo lo statuto UMP, richiederebbe infatti una nuova campagna elettorale e non meno di sei mesi prima di una nuova votazione.
Tempi lunghi…tempo da non perdere…ma qual è il tempo per la chiarezza?
Ed é tutto una questione di tempo?
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