Stamattina è stato ucciso a Tunisi, il leader dell’opposizione Chokri Belaïd, segretario del Partito dei patrioti democratici.
L’attentato ha avuto luogo stamattina quando la vittima stava lasciando la propria abitazione ed è stato raggiunto da alcuni colpi di arma da fuoco, sparati a distanza ravvicinata da sconosciuti. Non è chiaro se i colpi sofferti da Belaïd siano stati due o quattro ma, in ogni caso, trasportato in ospedale, il leader è spirato per colpa delle gravi ferite subite.
Il Partito dei patrioti democratici, rappresenta l’opposizione laica che si è sempre battuta contro la deriva islamista che il governo tunisino sta prendendo negli ultimi tempi. Chokri Belaïd è sempre stato fortemente critico verso il partito di maggioranza Ennahda, denunciandone con sempre maggiore fermezza la violenza praticata tramite il braccio armato composto dai miliziani della Lega.
Sebbene di recente formazione, il partito è stato subito oggetto di violenze e soprusi, non solo verbali, da parte dei rappresentanti del partito di maggioranza che stanno concentrando sempre più, i propri interessi verso un’applicazione oltranzista e a tratti estremista della Sharia. Recentemente, infatti, sono stati banditi o fortemente scoraggiati, festival artistici, musei e mausolei non islamici e, più in generale, tutto ciò che non ha a che fare con la loro rigida visione religiosa.
Questo episodio potrebbe essere una nuova scintilla in un paese che ha dato il via alle rivoluzioni nel mondo arabo, meglio conosciute come Primavere arabe. La Tunisia, infatti, dopo aver rovesciato il dittatore Bel Alì, è alle prese con la difficile sfida di riavviare la propria economia ed acquisire una stabilità politica, democratica.
Venuti a conoscenza dell’omicidio, circa mille persone hanno inscenato una manifestazione spontanea davanti la sede del Ministero dell’Interno, per condannare l’ “odioso crimine”, come definito dal portavoce del governo Samir Dilou.
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