Uber, il taxi del’élite che si prenota con l’app per smartphone, arriva in Italia dopo aver lanciato il servizio in altre 25 città del mondo.
Uber il nuovo servizio taxi di Lusso sbarca a Milano
Dopo San Francisco, New York ed altre grandi città del mondo, arriva il servizio Uber, un taxi d’élite che si prenota tramite un’app. Il funzionamento è molto semplice: si scarica l’app e si sceglie il taxi più vicino alla propria posizione. Una volta effettuata la propria scelta, comparirà la scheda dell’autista e potrà essere contattato sia chiamandolo che via sms.
L’app darà anche un costo approssimativo della corsa e, una volta dato l’ok, quello sarà il vostro autista personale per gli spostamenti programmati e vi giudicherà, così come voi, potrete giudicare lui ed il servizio offerto.
Tutti gli autisti di Uber, devono avere una vettura di lusso con meno di cinque anni e possono scegliere solo tra alcuni modelli: Audi A6 o A8, BMW serie 5 o 7 o Mercedes Classe E o S e devono superare una serie di test tra cui, ovviamente, la conoscenza delle strade della città ma anche di cortesia ed educazione. Dopotutto saranno loro a rendere il servizio un’esperienza da ripetere. Gli autisti di Uber sono in possesso di regolare licenza di noleggio con conducente e possono beneficiare, quindi, dei vantaggi per coloro che offrono questo servizio come transitare sulle corsie preferenziali destinate ai mezzi di servizio pubblico. Uber si profila, quindi, come un noleggio con conducente di fascia alta ed obbliga i propri conducenti a partire dalle autorimesse, non potendo prendere corse al volo come un normale taxi.
L’arrivo di Uber nella città di Milano come esperimento pilota, è stato accolto da molte polemiche da parte della categoria dei tassisti che hanno sempre duramente contestato le varie liberalizzazioni e riforme effettuate nel 2006 e poi nel 2012. Secondo Giovanni Maggiolo, appartenente ad Unica Fit Cgil: “Uber sembra puntare alla parte remunerativa dei nostri clienti, se ci portano via quelli, c’è il rischio di dover aumentare le tariffe per chi rimane. Noi tassisti forniamo un servizio pubblico, loro no e quindi possono rifiutare le chiamate. Nonostante questo useranno le corsie destinate ai mezzi pubblici intasandole. I loro conducenti devono partire dalle rimesse, ma temo che vorranno assegnare le corse anche a chi sta già in giro per essere concorrenziali”.
Dal canto suo Uber, ovviamente, esclude ogni violazione delle norme assicurando che il loro intento è quello di offrire un servizio diverso dal taxi e di qualità superiore.
Per quanto riguarda i costi, l’esclusività si paga, e generalmente Uber è più caro di un taxi ma molto più economico (quasi del 50%) di un’auto a noleggio. I costi, in media, sono di 5 euro a corsa più 1,70 o 0,75 euro a chilometro, a seconda che la velocità del mezzo superi o meno di 18Km/h. Un taxi, invece, costa 3,20 di base più un euro a chilometro. Secondo degli studi effettuati, Uber non si ripercuote negatiamente sui taxi ma crea un nuovo mercato, aggiungendo un’offerta e non rubando clienti a chi è già nel segmento del trasporto pubblico.
Il servizio sarà attivo dalla prossima settimana e servirà come testa di ponte per il mercato italiano, nel caso i risultati siano incoraggianti, Uber potrebbe essere esteso anche a Roma, Firenze e Torino.
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