Tunisia, proposto ritorno odalische. E questo è futuro?
Certe volte si cerca di vedere l’evoluzione anche dove evoluzione non c’è. Certe menti retrogadi rimangono e rimarranno tali, ma, per fortuna, la proposta riguarda solo una parte dell’ideologia tunisina.
Ma vi pare possibile che in un momento di evoluzione politica e sociale ci possa essere ancora una mentalità così retrogada?
Il tutto mentre, per fortuna, una buona parte della Tunisia ed in particolare l’organo primario, l’Assemblea costituente tunisina discute accanitamente da mesi su come dovrà essere il Paese futuro, ma purtroppo, c’e’ chi si occupa di cose un pò meno filosofiche, e appunto, molto retrogadi.
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Come Bahri Jlassi, presidente del Partito per l’apertura e la fedeltà, che, ai Padri costituenti, alla vigilia del giorno che in tutto il Mondo celebra la donna, ha chiesto che, nella Charta della Tunisia, sia riconosciuto agli uomini di avere, oltre alla moglie legittima, una odalisca (‘jarya’, schiava vergine dell’harem).
Jlassi ha chiesto, in una dichiarazione al quotidiano arabofono Assarih, che vengano abrogate tutte le disposizioni che vietano tale tipo di legame.
Il perchè di questa proposta è semplice furba ed alquanto ingannevole, celando sotto falsità il più meschino ritorno di ideologia maschilista, Jlassi ha giustificato la sua proposta così:
legalizzare la presenza di una jarya, accanto alla moglie legittima, sarebbe il metodo più efficace per combattere fenomeni quali il divorzio, l’adulterio, il nubilato, oltre ad alcuni tipi di unione che, sanciti in ambito solo religioso, non hanno alcun effetto civile.
Ma per Jlassi mettersi in casa una odalisca consentirebbe di:
”ristabilire l’equilibrio sociale e morale della società tunisina” che, dice convinto, ha sofferto di quella che ha definito la laicità del Codice di statuto personale (l’insieme dei diritti di ciascun individuo), aggiungendo che, nel corso degli ultimi cinque decenni, la poligamia è stata ”criminalizzata”.
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