Dura la vita per la donna tunisina. Proteste e ONG che appellano a manifestare.
Manifestazione in Tunisia per la parità donna-uomoLa donna tunisina protesta. La proposta dell’articolo di legge in Tunisia che definiva la donna complementare dell’uomo sarà probabilmente anche messa da parte, ma la donna tunisina non è certo pari all’uomo, non ne ha di sicuro la stessa libertà anche se nel mondo arabo lo status della donna tunisina è il più moderno dai tempi del Codice del 1956 che aveva istaurato la parità dei sessi.
La condizione della donna tunisina è notevolmente cambiata da quando esponenti islamici sono arrivati al governo: Attenzione ad uscire la sera senza un uomo che le accompagni! Attenzione all’abbigliamento!
Diverse ONG denunciano il comportamento repressivo della polizia contro le donne e il caso dei primi di settembre di una giovane donna tunisina è quanto meno esplicativo e raccapricciante.
Accusata di attentato al pudore, una ragazza, sorpresa insieme al suo ragazzo in quella che è ufficialmente definita “posizione immorale”era stata interpellata da tre poliziotti agli inizi di settembre. Mentre uno teneva il ragazzo nel frattempo ammanettato, gli altri due violentavano la ragazza.
I poliziotti che ora sono in prigione per il crimine commesso accusano la ragazza di attentato al pudore, motivo per il quale la giovane donna tunisina è convocata il prossimo 2 ottobre dal giudice per rispondere dell’accusa e rischia fino a sei mesi di prigione.
Come precisa un rappresentante del ministero tunisino della giustizia, sotto anonimato: “i due agenti hanno commesso un reato, ciò non toglie che lei si trovasse in una posizione illecita”
Dunque un’attenuante per i colpevoli? Un’aggravante per la donna tunisina?…di che sentirsi gelare il sangue …
E un piccolo dubbio che mi assale : “ma lo stupro era una visione per educande? per questo atto non si riscontra nessuna posizione illecita e nessun attentato al pudore???”
…ma forse non c’era nessun vero rappresentante della legge e della giustizia per denunziarlo…
In più il giudice che istruisce i due casi è la stessa persona.
Diverse ONG contrarie a questa procedura chiamano a raccolta attraverso i canali sociali del net e invitano a radunarsi il 2 ottobre davanti al tribunale di Tunisi.
Parola d”ordine per questa manifestazione: : “nous nous aimons, violez-nous !” « Ci amiamo, violentateci ! »
Molteplici sono le associazioni che denunciano con forza contro questa procedura che trasforma “la vittima in accusata”e soprattutto tutta la storia è rivelatrice della situazione attuale e della sorte della tunisina.
Non mancano manifestazioni di sostegno anche da rappresentanti del governo come è il caso della deputata Karima Souid dell’Ettakatol, un partito di sinistra alleato dell’Ennahda il partito islamista, che ha preso le sue distanze dal governo a seguito di questo caso di stupro con tutte le sue conseguenze, la goccia che fa traboccare il vaso “Je me désolidarise complètement de ce gouvernement. L’affaire du viol et la convocation de la victime ce matin est la goutte d’eau qui vient de faire déborder le vase… Je vous vomis !” ha scritto, disgustata, la deputata tunisina.
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