Cambiano i nomi delle imposte, cambiano i criteri di calcolo degli importi, ma certamente gli italiani dovranno ancora frugarsi in tasca per pagare le “nuove” tasse. Come e quanto pagheremo? Una risposta chiara e completa a tale domanda è, al momento, molto ardua. Proviamo tuttavia a farci un’idea grazie alle simulazioni di calcolo della CGIA di Mestre.
Andiamo con ordine. Le nuove imposte saranno ufficialmente introdotte con l’approvazione della Legge di Stabilità. La Legge di Stabilità è la normativa fondamentale varata ogni anno dal Governo in cui vengono stabilite entrate (tra cui, ovviamente, le tasse) e uscite dello Stato. Un tempo veniva chiamata “Legge Finanziaria”. La Legge di Stabilità, approvata dal Governo lo scorso 15 ottobre, è attualmente all’esame della Commissione Europea e passerà poi in parlamento per la definitiva approvazione (salvo emendamenti), partendo dal Senato.
Da IMU e TARES a TRISE (TARI + TASI). Ecco cosa e quanto cambia
IMU e TARES, attuali imposte su casa e rifiuti, verranno sostituite da un’imposta unica denominata TRISE (Tassa Rifiuti e Servizi), divisa in due aliquote: TARI (Tassa sui rifiuti) e TASI (Tassa sui servizi indivisibili, intesi come tutti quei servizi che vengono offerti alla collettività dai Comuni, come polizia municipale, anagrafe, uffici tecnici ecc…).
La TARI verrà calcolata sulla base della superficie dell’abitazione, analogamente a quanto avveniva con la TARES. La TASI invece avrà un’aliquota di partenza pari all’uno per mille della base imponibile della vecchia IMU, aumentabile tuttavia dai Comuni fino al 2,5 per mille.
Secondo le stime della CGIA di Mestre un proprietario di prima casa standard (categoria catastale A/2, superficie 114 mq, rendita catastale 650 euro) pagherà nel 2014 (TRISE) circa 70 euro in più di quanto ha versato nel 2013 complessivamente per IMU e TARES, mentre pagherà 147 euro in meno rispetto al 2012 (quando l’IMU veniva pagata anche sulla prima casa).
In caso di abitazione economica (categoria catastale A/3, 80 mq, rendita catastale 423 euro) lo stesso proprietario pagherebbe circa 47 euro in più rispetto al 2013 e 35 euro in meno rispetto al 2012.
Sempre la CGIA di Mestre pone l’attenzione sul possibile paradosso della TASI, tassa sui servizi, che potrebbe incidere maggiormente dell’IMU relativamente alle abitazioni più modeste. L’IMU infatti prevedeva una soglia di esenzione sotto i 200 euro oltre a sgravi per figli a carico, bonus che non sarebbero invece previsti dalla nuova TRISE.
Resta infine da chiarire se e quanto dovrà essere pagato dagli inquilini (affittuari o comodatari) delle abitazioni.
Come avrete capito siamo ancora nel campo delle simulazioni e delle indiscrezioni e, giova ricordarlo, ogni proposta di Legge può essere sempre modificata – nel bene o, come ha detto di temere il presidente di Confindustria Giorgio Squinzi, in male dal Parlamento. A breve avremo dati più sicuri e fra qualche mese, inderogabilmente, passeremo a pagare quanto dovuto…sperando sempre che gli ennesimi sacrifici economici degli italiani possano aiutare il Paese ad uscire da una crisi apparentemente senza fine.
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