Tms un elettroshock per smettere veramente di fumare è il trattamento studiato da un italiano, Strafella, insieme a ricercatori canadesi.
Tms, anche se sembra il nome di una nuova marca di sigarette, è in realtà una specie di elettroshock al cervello quello studiato da un italiano per smettere , questa volta definitivamente di fumare!
Non so quanto ci si stia speculando sul vizio del fumo, visto che, tra sigarette elettroniche e balle varie, se ne legge una vera “pippa” di “farloccate”!
Pare, almeno diamo la possibilità a questa ennesima notizia ovvero alla terapia Tms, di verificare se non sia la solita bufala…
Un italiano, speriamo onesto, ha studiato insieme a dei ricercatori canadesi della McGill University, la possibilità di smettere completamente di fumare passando da una parte precisa del cervello che può essere messa “fuori uso” grazie a una scossa elettrica.
Lo studioso italiano di nome Strafella , partendo da questo presupposto, ha studiato cosa succede nel cervello quando si accende una sigaretta e, particolarmente, quale area del cervello è interessata maggiormente allo stimolo.
I ricercatori hanno quindi scoperto che:
“Si accende la corteccia orbito frontale: questa zona del cervello “accetta” l’offerta proveniente dall’esterno influenzando pesantemente l’attività di un altro centro nervoso, la corteccia prefrontale, che guida autocontrollo e decisionalità, mettendolo in difficoltà”.
Da questo cortocircuito il fumatore, ex o ancora in attività, ne esce esce perdente.
Ecco allora intervenire questa specie di elettroshock il Tms che manda in “cortocircuito” l’area, e quindi non la rende più attratta da quel tipo di stimolo.
[ad#Silvio]
La terapia del Tms, che personalmente ritengo sia una specie di elettroshock con l’ovvia differenza di essere circoscritto e, molto probabilmente basato su una bassa impedenza eletrica, pare essere importante per debellare anche altre forme di dipendenza, Stafella infatti, a proposito della tecnica del Tms spiega questa molteplice veste div utilizzo di terapia:
“La Tms attualmente impiegata in diversi studi clinici per testare possibili effetti terapeutici in diverse malattie neuropsichiatriche e forme di dipendenza, potrebbe essere utile a ridurre l’intensità del desiderio che porta a fumare o a far uso di altre droghe”.
Commenti riguardo il post