Durante la Conferenza D11 un Tim Cook a “tutto campo” parla di moltissimi argomenti: dal porting delle applicazioni apple alla “tecnologia da indossare”. Non senza le solite frecciatine a google.
Tim Cook esterna alla Conferenza D11Tim Cook spazia dalle strategie di mercato alle novità messe in cantiere da Apple, facendo presagire altre rivoluzioni copernicane: saranno solo parole o Apple ritroverà il vecchio slancio innovativo?
La conferenza D11 è un evento organizzato ogni anno dalla AllThingsD, una rivista online specializzata in tecnologia e innovazione. Durante questo evento ha trovato luogo una lunga a cordiale intervista al nuovo CEO della Apple, Tim Cook (in mezzo all’articolo potete vedere il video dell’intervista completa) .
L’intervista è stata lunghissima, quasi un’ora e mezza, quindi non è facile riassumerla in poche righe, cercheremo quindi di evidenziare alcuni punti salienti, consigliando agli appasionati con una conoscenza basilare dell’inglese di seguire la video intervista completa.
I punti toccati da Tim Cook sono stati moltissimi, spaziando dal trend degli schermi ampi (quelli sopra i 5”, che hanno fatto coniare il termine “phablet”), argomento sul quale ha affermato
“Uno schermo grande oggi porta con sé molti tradeoff. I consumatori si stanno certamente interessando alle dimensioni, ma pensano anche altri fattori, come i giusti colori nelle fotografie, il bilanciamento del bianco, i riflessi, la durata della batteria, la longevità del display. I consumatori vogliono che Apple soppesi tutti questi benefici e compia la scelta migliore“,
passando per le numerose frecciatine a google e android, (“Siamo certi che i ragazzi di Mountain View siano contenti dei numeri, anche se ci piacerebbe indovinare se nel contempo siano altrettanto felici della qualità”),
gli accenni alla possibilità di sviluppare differenti modelli di iPhone e altro ancora (come ad esempio l’intenzione di effettuare il porting di applicazioni Apple su Android),
ma la parte più interessante è stata quella sui prodotti innovativi, che Tim Cook ha raggruppato nella categoria “tecnologia da indossare”.
Su questo punto Tim Cook, dopo aver criticato i google glass del concorrente (“gli occhiali sono qualcosa che viene portato solo da chi deve e non sono sicuro che gli altri vogliano farlo“), ha magnificato il suo “smartwatch” Nike Fuelband, e pur riconoscendo che “la maggioranza dei giovani non porta l’orologio” ha fatto capire che lo sviluppo dell’iWatch da parte di Apple è una priorità, in quanto “ogni tipo di prodotto computerizzato dovrebbe riuscire a convincere i giovani ad acquistarlo”.
Vi consigliamo comunque la visione dell’intervista completa, se siete dei fan sfegatati di Apple.
A me personalmente è sembrato che l’azienda di Cupertino abbia ancora dalla sua la qualità, ma per ora abbia perso il treno dell’innovazione e dell’unicità dei suoi prodotti. Questo non può che essere un bene per il consumatore, che ora può scegliere tra prodotti differenti che hanno delle caratteristiche diverse, ma equipollenti dal punto di vista della qualità.
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