Tibet, si dà fuoco giovane madre di 3 figli nei pressi del monastero Jonang Zamthang Gonchen! 38° immolata per l’indipendenza del Tibet
Tibet, si dà fuoco madre di 3 figli!
Tibet, si dà fuoco giovane madre di 3 figli nei pressi del monastero! 38° immolata per l’indipendenza del Tibet. Chi non è la corrente della situazione e della lotta di sempre del Tibet e del Dalai Lama, il capo spirituale e politico del Tibet, potrà rimanere scettico ma, se si pensa che dal 2009 questa è la 38° vittima che si immola per l’indipendenza del Tibet, si rimane tristemente sbigottiti.
Fonti Ufficiali ci riferiscono che una donna, madre di tre bambini, si è immolata per il Tibet libero ieri pomeriggio.
Lo riferiscono fonti di organizzazioni che si battono per i diritti dei tibetani. Rikyo, 33 anni, si e’ data fuoco nei pressi del monastero Jonang Zamthang Gonchen, nella contea di Zamthang (Rangtang per i cinesi), nella regione di Ngaba (Aba per i cinesi), provincia cinese del Sichuan, già triste teatro di numerose immolazioni.
Secondo le informazioni, la donna, trentottesima immolata dal Febbraio 2009, è morta sul colpo intorno alle 15 ora locale, subito dopo essersi data fuoco e urlato slogan anti cinesi. L’immolazione di Rikyo, che lascia marito e tre figli di 9, 7 e 5 anni, arriva tre giorni dopo quella di due monaci a Lhasa.
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Proprio nella capitale del Tibet, a seguito di questa duplice estrema protesta, la prima nel suo genere nella città, la polizia cinese sta conducendo una grossa operazione repressiva arrestando oltre 100 persone e sequestrando i telefonini, macchine fotografiche e videocamere, per paura che le immagini dell’immolazione fossero diffuse su internet.
Sempre all’interno della protesta buddista in Tibet, contro l’egemonia Cinese che vorrebbe il Tibet come propria colonia sottostante alle restrittive regole del regime cinese, sarebbero almeno 600 i tibetani arrestati a Lhasa nelle ultime ore.
Dallo scorso 27 Maggio 2012, quando nella capitale tibetana due persone si sono date fuoco per protestare contro l’occupazione cinese del Tibet, la polizia cinese sta operando azioni continue nella città, respingendo e rimandando indietro anche i pellegrini che arrivano a Lhasa dalle vicine province.
La strada principale della città, il ring-road che circonda il Potala, una volta residenza del Dalai Lama, e’ vuota e molti commercianti sono stati minacciati di ritorsione dalla polizia se non avessero aperto i loro negozi.
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