Tartarughe ordinate online e poi spedite vive. Denunciato un traffico illegale di specie protette
Tartarughe online
Tartarughe ordinate online e poi spedite vive, è quello che emerso da un controllo online del Corpo forestale dello Stato.
Il commercio illegale di tartarughe e specie protette ormai prolifera in rete e non è una novità. Ma il fatto che le tartarughe siano vendute e soprattutto spedite vive è alquanto inquietante.
Dalle tartarughe ai rapaci, fino all’avorio, il mercato “è decisamente in espansione”, assicura Ciro Lungo, direttore del servizio Cites del Corpo forestale dello Stato. Nel 2011, il Cites, in collaborazione con la polizia postale, ha sequestrato 226 tartarughe Testudo, spedite vive, sigillate in piccoli pacchi rintracciati in sei diversi uffici postali d’Italia, da Olbia (62 esemplari sequestrati) a Genova (19), passando per Napoli (18), Roma (34), Firenze (63), Reggio Emilia (30).
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A questo si aggiunge il prelievo in natura e il conseguente commercio clandestino di Aquile e Falchi Lanari, uccelli rarissimi, che possono raggiungere un valore di quattromila euro l’uno. Negli ultimi tre anni, ne sono stati sequestrati 100 in varie zone del Paese.
Il grosso del commercio illegale di tartarughe ha come base di partenza la Sardegna e la Sicilia: gli esemplari vengono catturati in natura, poi fatti accoppiare in piccoli allevamenti clandestini e malsani, approntati dentro le cantine o nei garage. Le uova vengono fatte schiudere con l’ausilio di un’incubatrice, poi le tartarughe sono pronte per essere commercializzate in barba a tutte le norme in materia.
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