Tagliare gli stipendi ai parlamentari, referendum di cui nessuno parla, Unione Popolare ha indetto nei Comuni di residenza, raccolta firme
Tagliare gli stipendi d’oro ai parlamentari
Tagliare gli stipendi d’oro ai parlamentari, è la nuova raccolta firme, indetta dall’Unione Popolare, ogni cittadino potrà firmare negli uffici del suo Comune di residenza.
Il 14 maggio è partita la raccolta firme per il Referendum contro la Casta (abrogazione art. 2 legge 1261 del 1965 ) per tagliare gli stipendi d’oro dei parlamentari.
Ogni cittadino può firmare presso gli uffici del Comune di residenza.
Tagliare gli stipendi d’oro ai parlamentari, è una raccolta firme per indire un referendum popolare ma il fatto è … che è partita nel silenzio più assoluto il 14 maggio (è possibile sottoscrivere il referendum in tutte le segreterie dei Comuni italiani) ed è promosso dal Partito dell’Unione Popolare.
Movimento totalmente sconosciuto che grazie a questa iniziativa sta facendo parecchio parlare di sé. E infatti viene accusato da più parti di volersi fare solo pubblicità con una referendum illegittimo o inutile.
Tagliare gli stipendi d’oro ai parlamentari, si sta diffondendo su Facebook e sul Network, sul sito dell’Unione popolare, promotore del Referendum, si può leggere:
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“Si tratta di abrogare l’art. 2 della legge 1261 del 1965 che disciplina le indennità spettanti ai membri del Parlamento. Nello specifico il suddetto art. 2 definisce i compensi relativi alla diaria ed alle spese di soggiorno a Roma dei parlamentari. Avrebbe dovuto, e potuto, essere un segnale importante per il Paese se i Parlamentari stessi avessero rinunciato a tali compensi. Ma, visto che ciò non è accaduto, allora saremo noi cittadini elettori a provare a far diventare realtà tale richiesta. Da lunedi 14 maggio in tutti i Comuni d’Italia si può sottoscrivere il referendum presso le segreterie comunali”.
Si tratta quindi di cancellare quei rimborsi che vengono dati ai parlamenti per le spese per il soggiorno a Roma e che, cosa di cui si è abbondantemente parlato, vengono date anche a quegli onorevoli che a Roma ci vivono.
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