Un kamikaze si è fatto esplodere vicino ad Islamabad, capitale del Pakistan, durante una processione sciita. Il bilancio è davvero grave: almeno 23 vittime e 62 feriti, tra cui anche 6 poliziotti e almeno 8 bambini, secondo quanto è stato dichiarato dalle autorità locali.
L’attentato è avvenuto circa a mezzanotte nella città di Rawalpindi, durante il mese sacro per i musulmani sciiti, ed è stato rivendicato dai talebani.
La polizia aveva provato a fermare e perquisire l’attentatore suicida mentre si avvicinava alla processione, ma l’uomo è riuscito a fuggire e a farsi esplodere.
L’attacco suicida sembra proprio seguire quello avvenuto nella città di Karachi, nel sud del Paese, dove erano morte 2 persone e ne erano rimaste ferite 16.
Il portavoce del movimento militante, Ahsanullah Ahsan, ha rivendicato entrambi gli attentati, spiegando che “Abbiamo una guerra di fede in atto con gli sciiti. Sono dei blasfemi, continueremo ad attaccarli”.
Lo scisma tra sunniti e sciiti sul quale sia l’effettivo erede del profeta Maometto risale al settimo secolo. Per gli sciiti novembre è il mese sacro di Muharram e, nonostante ogni anno il governo di Islamabad incrementi la sicurezza in occasione di questo mese, gli attentati contro gli sciiti avvengono comunque molto frequentemente.
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