Pubblicato il sondaggio SWG che vede il CentroDestra in netta ripresa, primo nelle intenzioni di voto con il 26,2 %.
E’ uscito il sondaggio dell’SWG, società che non si può certo annoverare tra quelle preferite da Berlusconi. Eppure secondo questo rilevamento il centrodestra sarebbe in crescita, primo nelle intenzioni di voto con il 26,2 %.
Strano, soprattutto lo diranno i democratici del PD che, se i dati fossero confermati, non si capaciterebbero di come tutto il loro impegno non venga apprezzato. O, almeno, non venga ritenuto degno di maggiori consensi.
Per carità, di certo un partito non può andare dove tira il vento, ma una riflessione è comunque doverosa.
Perché allora il PDL prevale? Per quale motivo il partito democratico, che ora come non mai si propone di moralizzare e innovare la politica e la società, non viene premiato?
I motivi sono più d’uno.
In primo luogo il Partito Democratico non ha riacquistato piena credibilità. Non si può all’improvviso proporsi come l’entità organizzata a cui affidare il cambiamento radicale (da contrapporre a Grillo) quando nel bene o nel male si è condiviso quarant’anni di politica. Le elezioni dei Presidenti di Camera e Senato, per quanto nobili e indubbiamente interessanti, possono in questo senso apparire mere mosse tattiche.
In secondo luogo l’ostinazione di Bersani non ha trasmesso il senso di colui che si immola per la salvezza della Patria. Piuttosto è sembrato il tentativo goffo di non voler ammettere quello che fin da subito egli doveva ammettere: la sconfitta.
Anche la contrarietà a un governo di larghe intese è evidentemente percepito come un atteggiamento di sfida e di orgoglio, atteggiamenti per niente utili ai cittadini che stanno soffrendo gli effetti devastanti della crisi.
Infine i moniti continuamente lanciati dal PD, più che far pensare ad un programma volto a incoraggiare la ripresa, ne prefigurano uno punitivo e recessivo.
I temi posti con forza all’ordine del giorno dal Partito Democratico sono sacrosanti e nell’ambito di un quinquennio sono senz’altro da perseguire. Soprattutto la legge sul conflitto di interessi e la lotta all’evasione fiscale. Ma nell’immediato non è contrapponendo lo Stato ai cittadini che si otterrà la moralizzazione del Paese.
Prima di tutto occorre stringere un nuovo patto, dare fiducia, incoraggiare, promuovere, alleggerire e semplificare, come pure, diciamolo, dare l’esempio (e non gli ultimi cinque minuti).
Di tutto ciò si avvantaggia il centro destra senza troppi meriti.
Possibile che il PD non abbia potuto e non voglia ora finalmente proporre una politica diversa? Una politica che sottoscriva un nuovo patto coi cittadini? Qualcosa di innovativo? La carta vincente ce l’ha nella manica, ma non la vuole giocare.
Articolo a cura di: Giorgio Angelo Lazzarini
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