Le Elezioni Europee si avvicinano e si moltiplicano, come sempre, i rilevamenti degli istituti demoscopici. Ogni giorno, almeno fino al 9 maggio quando scatterà il divieto assoluto di pubblicazione, vedremo una marea di dati contrastanti tra cui sarà sempre più difficile orientarsi. E’ bene dunque fare il punto della situazione mettendo a confronto le rilevazioni dei principali istituti a poco meno di un mese dalla scadenza elettorale. Occorre ovviamente tenere presente che, data la grande (a volte enorme) differenza di valutazione tra istituto ed istituto nonché considerando che molte persone decideranno per chi votare proprio negli ultimi giorni (in assenza di sondaggi dunque), il tutto va valutato per quello che è, ovvero semplice curiosità statistica.
Sondaggi Elezioni Europee, vince l’incertezza
Partiamo dalla domanda principale: chi vincerà le elezioni? A giudicare dai dati dei principali istituti demoscopici si profilerebbe una sfida a due, con il Partito Democratico di Matteo Renzi in vantaggio, al momento, sul Movimento 5 Stelle di Beppe Grillo. Il margine di errore è tuttavia molto ampio. Il PD viene accreditato da Ipsos al 34,9%, mentre per ScenariPolitici sarebbe solo al 28,6%, per una “forbice” di oltre 6 punti percentuali. I 5 Stelle, spesso sottostimati nei sondaggi (clamoroso il caso delle elezioni 2013 con sondaggi che attestavano il Movimento di Grillo al 12-13% fino a poche settimane dal clamoroso 25,5% di febbraio), sarebbero stabilmente il secondo movimento politico del paese con percentuali oscillanti tra il 21,6% di Ipsos e il 27,9 di ScenariPolitici. Dando credito a Ipsos quindi avremmo un trionfo clamoroso del PD (ad appena due punti dal fatidico 37% individuato come soglia per il premio di maggioranza dell’Italicum), mentre dando credito a ScenariPolitici avremmo un altrettanto clamoroso testa a testa. Beppe Grillo del resto rilancia ormai da settimane l’hashtag #vinciamonoi, diventato anche nome ufficiale del tour elettorale 5 Stelle.
L’unico dato su cui un po’ tutti gli istituti sembrano essere d’accordo è il crollo di Forza Italia. Il partito di Silvio Berlusconi, il cui nome comparirà nel simbolo anche se lo storico leader ed ex premier non sarà candidabile a causa della condanna definitiva per frode fiscale, si attesterebbe tra il 18% (rilevano da Ixé e SWG) e il 21,3% stimato da Tecné.
Nettamente staccate tutte le altre forze politiche, il cui “compito” principale sarà superare la soglia di sbarramento del 4%. Sempre in base alle rilevazioni statistiche non dovrebbero avere eccessivi problemi Fratelli d’Italia e Nuovo Centrodestra – UDC, partiti che raccoglierebbero verosimilmente numerosi “delusi” di Forza Italia. Il partito di Giorgia Meloni sarebbe attestato tra il 4,4% di EMG e il trionfale 7% di ScenariPolitici, mentre il partito di Angelino Alfano e Pierferdinando Casini sarebbe accreditato di una percentuale tra il 4,9% (EMG e SWG) e il 6% (ScenariPolitici).
In corsa per raggiungere la fatidica soglia del 4% sarebbero anche la Lista Tsipras (si va dal 3,1% di Ipsos al 4,8% di ScenariPolitici) e la Lega Nord di Matteo Salvini (il cui dato è molto oscillante tra il 3,1% di SWG e il 5,5% di Tecné).
Molto lontani dal 4% tutti gli altri, a partire da Scelta Europea, aggregazione che raccoglie i montiani di Scelta Civica, il Centro Democratico di Tabacci e Fermare il Declino. I centristi sarebbero attestati tra il 2,1% di Ixé e il 2,5% di SWG ed EMG.
Fin qui le statistiche, in attesa dei dati reali, che conosceremo soltanto a urne chiuse. Non mancheranno sicuramente, neanche stavolta, le sorprese.
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