Chi vincerà le Elezioni 2013? Come abbiamo scritto in un precedente articolo, la risposta a questa domanda potrebbe anche essere un disarmante: “Nessuno”. Se non ci sarà infatti una maggioranza certa non è da escludere un rapido ritorno alle urne già nei prossimi mesi.
In attesa del voto le previsioni e le analisi di tanti politologi e semplici giornalisti si basa, molto spesso, sui sondaggi d’opinione. In virtù della cosiddetta “Par Condicio” tuttavia da domani, 9 febbraio 2013, sarà espressamente vietato pubblicare i risultati dei sondaggi elettorali. Le forze politiche, ovviamente, continueranno a commissionarli ai propri istituti di fiducia, ma non potranno divulgare i risultati.
La domanda che, tuttavia, in tanti si pongono da tempo è: “I sondaggi elettorali sono attendibili?”. La storia italiana recente ci ha ormai abituato a tantissime colossali “buche” presa anche dai sondaggisti più celebrati, quindi la domanda è più che lecita.
Per poter giudicare occorre, prima di tutto, conoscere. Andiamo dunque a vedere come funzionano i sondaggi, chi li commissiona, quanto costano e quali margini di errore possono avere nei propri risultati.
Sondaggi elettorali: come funzionano?
Le tecniche usate dagli istituti di sondaggi sono molteplici, ma la più utilizzata in campo elettorale è tuttora la modalità C.A.T.I. (Computer assisted telephone interviewing), una tecnica basata cioè su interviste telefoniche effettuate, di norma, a telefoni fissi. Si potrebbe obiettare che sempre meno gente utilizza il telefono fisso, soprattutto i giovani…
In Italia, alcuni istituti stanno iniziando da poco a utilizzare una tecnica analoga, sostituendo il web al telefono (C.A.W.I.). Perché questo sistema è poco utilizzato? I sondaggisti spiegano che, poiché la copertura internet non è equamente distribuita sul territorio nazionale, i risultati ottenuti potrebbero essere non adeguatamente “rappresentativi” di un campione attendibile.
Esistono inoltre altri due aspetti determinanti nella valutazione della veridicità dei risultati dei sondaggi. Innanzi tutto, ovviamente, bisogna considerare che non tutti rispondono con sincerità ai quesiti dei sondaggi. L’Italia, in particolare, è il paese delle “maggioranze silenziose”…ci sarà un motivo se questo accade o, probabilmente, più di uno.
Altro aspetto che in questi giorni è stato molto dibattuto è infine quello del potere di “influenza” dei risultati dei sondaggi pubblicati e spesso utilizzati dai partiti e dai candidati come forma di propaganda. Se i sondaggi affermano che un partito è in crescita, pur ammesso e non concesso che questo sia vero, questo risultato può indurre altre persone ad orientarsi verso il voto per quel partito?
Sul tema i giudizi sono molto contrastanti, da chi come Nicola Piepoli ritiene che il potere “propagandistico” di un sondaggio sia sostanzialmente nullo a chi, come Nando Pagnoncelli, ritiene che un certo “effetto trascinamento” possa esistere.
Per maggiore chiarezza vi riportiamo un video realizzato alla vigilia delle passate elezioni in cui vengono affrontate e analizzate alcune dinamiche relative alla formazione e alla divulgazione dei sondaggi.
[youtube http://www.youtube.com/watch?v=ky8-itzoCTM]
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