Due morti e oltre quaranta ostaggi in mano agli islamisti di un gruppo secessionista di Al Qaida.
Un sito petrolifero BP dell’est dell’Algeria è stato preso d’assalto al mattino di mercoledì 16 gennaio da un gruppo islamista che rivendica l’attacco e si presenta come i “Signataires du sang”.
Secondo informazioni raccolte da France Info, emittente radiofonica francese, questi combattenti sono membri del gruppo diretto da Mokhtar Belmokhtar uno dei capi storici del Aqmi (al-Qaida del Maghreb islamico) dal quale, due mesi, fa si è distaccato fondando un proprio gruppo.
Gli assalitori in un comunicato affermano di essere in possesso di 41 ostaggi e di aver agito per rappresaglia contro il governo algerino che ha autorizzato la Francia a sorvolare il suo spazio aereo per raggiungere il Mali in cui è impegnata militarmente.
In realtà le informazioni che circolano circa il numero degli ostaggi sembrano contraddittorie.
41 occidentali tra cui sette americani, e altri tra Francesi, Britannici e Giapponesi.
Nessun Italiano fa parte degli ostaggi, tra cui pare vi siano però anche degli Irlandesi e dei Norvegesi.
Si parla anche di un buon numero di algerini, forse 150, a loro volta presi in ostaggio, ma secondo altre fonti tra cui l’agenzia di stampa APS, se non tutti, almeno una parte sarebbero già stati liberati.
Le notizie, ribadisco, sono alquanto confuse. Due sarebbero comunque le vittime, perite durante l’attacco, di cui una pare sia un britannico, mentre la seconda forse un algerino.
Il motivo, come già accennato, rappresaglia contro l’Algeria che ha aperto i cieli alla Francia, ma c’è chi afferma che lo scopo è il rilascio in libertà di islamisti.
In serata comunque un comunicato degli aggressori reclamava “la fine dell’aggressione nel Mali”
Le autorità algerine, dal loro canto, hanno precisato che non negoziano con i terroristi e che forze di sicurezza algerine sono dispiegate intorno al sito.
Il sito di In Amenas si trova a 1300 km da Algeri, è in produzione dal 2006 ed è sfruttato da un consorzio del britannico BP, del norvegese Statoil e dell’algerino Sonatrach. Sito strategico, fa oggetto di una grande protezione, ma data la sua vastità il compito è tutt’altro che facile.
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