A margine dell’incontro che si tiene oggi e domani Bruxelles con i ministri degli esteri della NATO, Anders Fogh Rasmussen, segretario generale dell’Alleanza Atlantica, ha oggi dichiarato che “la NATO è a conoscenza del fatto che la Siria ha i missili e le armi chimiche e per questo è urgente fornire protezione aerea alla Turchia. Il possibile uso di armi chimiche sarebbe completamente inaccettabile ed in quel caso mi aspetterei una reazione immediata della comunità internazionale”.
Per questo motivo all’incontro si deciderà circa l’approvazione del dispiegamento di missili Patriot sul confine turco-siriano, su esplicita richiesta di Ankara dal 21 novembre scorso, a puro scopo di difesa e non ai fini di istituire una “no fly zone”, come qualcuno aveva prospettato. Per quanto riguarda i tempi del dispiegamento, il segretario della NATO ha previsto che possa avvenire entro poche settimane.
Anders Fogh Rasmussen ha inoltre affermato di aspettarsi una decisione favorevole al dispiegamento di batterie di missili Patriot “per dimostrare la nostra determinazione a dissuadere ogni minaccia”. Il segretario generale della NATO ha aggiunto di aver già informato il ministro degli esteri russo, Serguei Lavrov, nello spirito di piena trasparenza, principio totalmente necessario nel caso di decisioni internazionali.
Chiarito lo scopo difensivo, la ferma condanna da parte della Russia è comunque arrivata, dal momento che il ministro degli esteri Sergei Lavrov ha dichiarato che “l’uso di armi di distruzione di massa avrebbe implicazioni gravi e la Russia non accetterebbe alcuna violazione dei trattati internazionali se la Siria usasse armi chimiche. Il Paese non può e non vuole interferire con il diritto all’autodifesa degli alleati stabilito nell’art.5 del trattato NATO ma le minacce non devono essere sopravvalutate”.
Dagli Stati Uniti, invece, ieri erano arrivati i moniti di Hillary Clinton e Barack Obama che ricordavano a Bashar al Assad che l’uso di armi chimiche inaccettabile ed il ricorso ad esse provocherebbe conseguenze gravi.
Un’azione di questo tipo potrebbe rappresentare l’inizio di una svolta della situazione in Siria: si spera che gli scontri dovuti alla guerra civile finiscano presto, visto l’altissimo numero di vittime (circa 130 al giorno) che provocano
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