È successo in Sicilia, più precisamente nel quartiere dello Scavone nella città di Gela verso le ore 22 di ieri sera, 21 dicembre 2012: un uomo si è chiuso nel suo appartamento al primo piano di una palazzina e dal balcone ha iniziato a sparare a raffica con un fucile da caccia sui passanti. Fortunatamente non ha ucciso nessuno ma, quando i poliziotti, chiamati immediatamente dai vicini e dal fratello dell’uomo, hanno provato a trattare con l’uomo, questo ha risposto con il fuoco, ferendo gravemente un agente ad un occhio. L’agente si trova ora in prognosi riservata all’ospedale Garibaldi di Catania.
La polizia verso le 3 di notte ha risposto al fuoco uccidendo Giuseppe Licata, l’uomo 42enne disoccupato, che da 5 ore stava sparando all’impazzata in strada, terrorizzando l’intero quartiere, dalla sua abitazione in via Arica 19, dove viveva con i genitori. La madre, dopo aver udito i primi spari, è scappata, mentre il padre, invalido in sedia a rotelle, è rimasto terrorizzato nell’appartamento sotto la minaccia del figlio con il fucile. La polizia, dopo aver risposto al fuoco, ha fatto irruzione nell’appartamento ma i soccorsi non hanno potuto fare nulla per Giuseppe Licata, che è morto subito.
Ad aiutare la polizia nell’indagine e nella ricostruzione degli avvenimenti è stato il 29enne Gianfranco Licata, fratello della vittima: ha raccontato che Giuseppe si era chiuso in casa e, armato di fucile, aveva iniziato a sparare.
La Procura di Gela ha aperto un’inchiesta sui fatti della notte scorsa. La vicenda non si concluderà sicuramente qui.
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