Sono stati gli educatori del Cento di Accoglienza Comunale di via Barzaghi i primi a firmare la denuncia nei confronti di una coppia rom che ogni giorno mandava i propri figli ( 7 bambini di età compresa tra i 2 ed i 12 anni) ad elemosinare sulle strade del Milanese.
L’esposto firmato dagli operatori della Fondazione “progetto Arca”, seguito da una serie di denunce di altri testimoni, ha per oggetto racconti molto dettagliati di cui sono protagonisti questi 7 bambini rom che ogni giorno venivano sfruttati per racimolare pochi spiccioli.
I soldi venivano poi prelevati la sera , in maniera molto brusca, dal padre per poter giocare a carte e bere, spesso togliendo loro anche la possibilità di potersi nutrire.
Questa è purtroppo una storia vecchia, uno dei tanti episodi a cui si assiste quotidianamente, uno dei tanti episodi di donne rom che utilizzano i propri figli nell’antica pratica dell’accattonaggio. Innovativa invece è la linea d’intervento della Procura ed il livello di approfondimento delle indagini.
Intervistato, il Comandante dei Vigili Tullio Mastrangelo, ha spiegato che grazie all’innovativo indirizzo dettato dalla Procura oggi è possibile intervenire in modo più incisivo sulla Tutela di Minori in situazioni di sfruttamento.
Il Pool della Procura che si occupa di “soggetti deboli” sta applicando una nuova linea d’intervento:
se si riesce a stabile e documentare che l’impiego di minori per accattonaggio ed elemosina è costante e continuo nel tempo viene fatto riferimento al reato di “maltrattamento in famiglia” che prevede strumenti d’intervento molto più incisivi ed una pena fino a 5 anni di reclusione, rispetto alla precedente linea d’intervento, che faceva riferimento all’articolo 671 del codice penale – relativo all’impiego di minori per accattonaggio – che prevedeva la pena più lieve dell’arresto fino a un massimo di un anno.
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