Sesso in seminario: serie tv francese allarma le gerarchie della chiesa .
Si tratta della famosa serie campione di ascolti in Francia “ainsi soient-ils” (così sian loro) che racconta la vita di cinque seminaristi e che va in onda ogni giovedì (dall’11 ottobre all’1 novembre) con due episodi per serata, su Arte, uno dei canali tv più colti ed eruditi d’Europa.
La serie è diretta da Rodolphe Tissot, Elizabeth Marre ed Olivier Pont, mentre tra i protagonisti compare Jean-Luc Bideau, attore molto popolare in Francia, a ricoprire il ruolo di padre Fromenger, direttore del seminario dei Cappuccini al quale arrivano i 5 giovani seminaristi.
Ciò che scandalizza, sono proprio i 5 seminaristi che, ad un primo impatto, non sono certo personaggi che ci si aspetta di trovare in un seminario: c’è Josè che è tatuato; Emmanuel che è di origine africana, ma adottato da famiglia francese, ed in preda alla depressione; poi c’è Yann, boy-scout idealista; Guillaume, un capofamiglia che deve badare alla madre ed alla sorella; ed infine c’è Raphael, borghese e ricchissimo, con ben pochi ideali. Ognuno ha una ragione personale e “pura” per cui entrare in seminario ma, una volta dentro, sembrano tutti cedere alle tentazioni omosessuali (tra le varie ragioni dello scandalo, si ricorda una scena di sesso tra Emmanuel e Guillaume sotto un crocefisso ).
Alcune settimane prima del debutto della serie, sono usciti i manifesti pubblicitari, facilmente visibili nella metropolitana di Parigi, con due fotografie diverse: in una è raffigurata una tonaca bianca da cui spuntano due braccia tatuate che reggono un calice e nell’altra è raffigurata la stessa tonaca bianca, ma non ci sono i tatuaggi, e la persona regge un messale in cui sono nascoste banconote da 100 euro. Una terza foto sarebbe dovuta apparire sui manifesti, ma è stata censurata dalla Ratp (società della metropolitana parigina): essa raffigurava la solita tonaca bianca, su cui era posata una mano sensuale di donna. (Rimane legittimo domandarsi se denaro e tatuaggi vengono considerati più adatti al clero, da non meritare la censura!)
In ogni caso, all’inizio la serie fu accolta come un trionfo dalla stampa liberale, mentre ricevette non poche accuse e polemiche da parte della stampa conservatrice, motivo per cui in Francia era nato un piccolo dibattito.
A riprova del fatto che la serie ha ricevuto un mix vario di critiche e giudizi positivi, va ricordato che la serie era stata premiata come miglior film nel mese di luglio al festival internazionale di cinema religioso “Mirabile dictu”, ma si è poi vista sottrarre il premio tra l’11 e il 12 ottobre.
Ecco quello che racconta Bruno Nahon, produttore della serie: “La presidente del festival Liana Marabini ci ha scritto che avevamo vinto. Nessuno però ci invita alla premiazione. Il 7 luglio, sempre la Marabini, ci scrive che la nostra statuetta è conservata nel suo ufficio. Poi, il giorno della prima puntata (che, non a farlo apposta, è anche il 50° anniversario del Concilio Vaticano II), il premio scompare dal sito del festival. E adesso è scomparso anche il sito”.
La verità sta nell’evidente consapevolezza dello scalpore che avrebbe suscitato la serie e, a questo proposito, Nahon afferma: “C’è chi dice che è troppo e chi troppo poco. Tutto quello che raccontiamo è plausibile: tra i nostri consulenti ci sono anche un ex sacerdote e un prete. Non abbiamo mai fatto un passo senza prima consultarci con loro”.
Commenti riguardo il post