Lo scandalo nella Regione Lazio ormai è notizia di qualche giorno fa, l’avviso di garanzia giunto a Fabrizio Fiorito accusato di peculato nell’ambito delle indagini svolte dalla magistratura ha evidenziato una lunga lista di spese pazze, tra cui cene a base di ostriche e champagne , sostenute da lui, ma anche da altri membri del Consiglio Regionale (sponda Pdl) con i soldi dei rimborsi pubblici ai partiti.
Ormai tutta la Regione Lazio è nell’occhio del ciclone e presto potrebbero essere scoperte altre magagne, anche dalla parte del Pd. La ex sindacalista dell’UGL Renata Polverini ha tuonato “è meglio se andiamo tutti a casa!”, lo sfogo di una donna che ha da sempre mostrato il suo carattere e non è mai scesa a nessun compromesso. Per lei quello che è successo con Fiorito è inaccettabile e per mantenere una pubblica pragmaticità ha scelto un finale da “muoia Sansone con tutti i filistei”. Ma la domanda è sempre la stessa. Questa gente diventa così perché raggiunge posizioni di potere oppure perché sono persone inaffidabili ma con i contatti giusti che, come in tutte le cose, permettono loro di raggiungere posizioni di potere? La figura tipica di questo personaggio pubblico è quello che sta sempre zitto alle riunioni, non si espone e poi “maneggia” nell’ombra per il proprio tornaconto. In questo modo si chiude un occhio sui vizi privati, sulla poca credibilità o sulla mancanza di forza di volontà delle persone, quando invece nella vita, e nella politica in particolare, queste sono delle qualità imprescindibili. Il punto è che le persone che svolgono un lavoro da cui dipendono le scelte di una collettività devono rendersi conto che la propria persona è più sotto i riflettori di ogni altra e che devono abbandonare le proprie bassezze per innalzarsi al compito nobile di amministrare un gruppo di consociati e dedicarsi al loro benessere, in questo modo le persone non si disaffezioneranno alla politica. Perseverare in questi errori strutturali permetterà ai “maestrini” dell’anti-politica di dirci sempre cosa bisogna fare, perciò bisogna porre in primo piano l’etica, la propria coscienza che ci permette di capire cosa è giusto o cosa no, così anche la perdita del potere deve essere accettata, le dimissioni devono essere coraggiosamente presentate, altrimenti non se ne esce più.
Articolo a Cura di: Lorenzo Magnanenzi
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