L’AquAdvantage Salmon, salmone geneticamente modificato prodotto dalla AquaBounty Technologies, ha ottenuto l’autorizzazione per essere messo in commercio negli Stati Uniti già a partire dalla prima metà del 2013 e senza alcun obbligo di etichettatura.
A questo tipo di salmone OGM è stato iniettato un gene che gli permette di raggiungere le dimensioni adatte alla vendita in 16-18 mesi invece che in 3 anni: in questo modo potrà essere reperibile sul mercato durante tutto l’anno. Il processo prevede la modifica delle uova di salmone direttamente in Canada ed il loro successivo trasferimento a Panama, dove i pesci verranno allevati in terraferma. In questo modo, si tutela anche l’ambiente, non intervenendo sulle acque. Il pesce (tutti gli esemplari usati saranno femmine sterili) viene dunque prodotto in laboratorio, unendo nei normali salmoni canadesi due tratti del DNA di altri due pesci: uno è un tipo di salmone, chiamato “reale” che vive nell’Oceano Pacifico e cresce parecchio e molto velocemente; l’altro è il pesce ancora, una specie di anguilla che vive sui fondali e che cresce poco di dimensioni. In questo modo i salmoni OGM da un lato possono crescere molto ed in metà del tempo normalmente richiesto, ma dall’altro lato si impedisce che crescano troppo! Tutto questo processo non comporta modifiche né al sapore, né alla consistenza, né al colore, né all’odore.
Per gli amanti del salmone questa può essere una buona notizia, ma numerose critiche sono invece arrivate subito da parte di ambientalisti ed associazioni contrarie all’alimentazione con prodotti geneticamente modificati. Le associazioni anti-OGM hanno posto in luce un problema scoperto da un recente studio francese dell’Università di Caen, secondo cui l’alimentazione con alcuni tipi di mais geneticamente modificato provocherebbe squilibri ormonali che danneggiano reni, fegato e sono causa di tumori. Inoltre, un’ulteriore critica è stata mossa poiché c’è il rischio che qualche esemplare di salmone geneticamente modificato possa sfuggire agli allevamenti ed incrociarsi con le varietà presenti in natura.
Ad ogni modo, anche se il dibattito a livello internazionale prosegue, ormai l’autorizzazione è stata concessa, mostrando come la FDA (Food & Drug Administration), tradizionalmente contraria alle innovazioni, abbia voluto credere nel progetto autorizzandone la messa in pratica. Questo cambio di rotta e di strategia della FDA potrebbe essere dovuto ai recenti cambiamenti del personale ai vertici dell’organo. La FDA, nel suo parere ambientale, ha infatti dichiarato che “il salmone Ogm non avrebbe un impatto significativo sull’ambiente ed è sicuro come il convenzionale salmone atlantico”.
Il nuovo salmone OGM sarà dunque messo in vendita nel 2013 nel supermercati americani ed i venditori non saranno nemmeno tenuti a segnalare che si tratta di pesce geneticamente modificato. Questa decisione rappresenta una sconfitta per le associazioni ambientaliste, ma parzialmente anche per i compratori che hanno il diritto di sapere cosa mangiano e di poter compiere scelte consapevoli sull’acquisto o meno di salmone geneticamente modificato. Pare, dunque, che la critica maggiore non sia contro la messa in vendita del pesce, ma contro la possibilità di non etichettarlo. La FDA si è difesa da questa critica sostenendo che non esistono prove scientifiche della pericolosità degli OGM, ma le associazioni hanno risposto che non si hanno prove poiché nessuno ha mai mangiato OGM abbastanza a lungo da studiarne gli effetti nel lungo periodo. Il dibattito è dunque ancora aperto ed aspetteremo il 2013, quando i salmoni verranno messi in vendita, per scoprire le reazioni dei consumatori che hanno 60 giorni per esprimere il proprio dissenso o consenso.
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