Sono stati solo due i momenti di tensione in questo corteo sostanzialmente tranquillo e pacifico, ma sono bastati a far capire la gravità del clima.
Il primo momento di tensione si è verificato col lancio di bottiglie e petardi sotto al Ministero di Grazia e Giustizia. Il secondo momento critico si è verificato quando sono iniziati i cori: “Lo stato di Israele va distrutto” è uno dei cori che urlavano gli studenti manifestanti in testa al corteo in Piazza Venezia. Il corteo non è stato autorizzato, ma è comunque partito questa mattina da Piazzale Ostiense e prosegue diretto verso il Colosseo.
Durante il percorso i manifestanti (studenti e Cobas) hanno strappato i manifesti dell’ex ministro della gioventù, Giorgia Meloni, affissi per il voto delle primarie del PDL.
Il vero motto del corteo è “Riprendiamoci la città”, in linea con la decisione degli studenti di fare comunque il corteo, nono stante non fosse stato autorizzato. Altri urli ripetuti sono stati: “abbiamo riconquistato i nostri spazi” e “siamo tutti antifascisti”.
Il motivo di questo ultimo slogan è riferito al fatto che nel pomeriggio è previsto anche un corteo di militanti di Casa Pound, spostato dal centro città a piazza Mazzini per motivi di ordine pubblico.
Insomma, ultimamente il malcontento dei giovani è arrivato al punto che non si riesce più a distinguere i concetti di “manifestazione” e “delinquenza”. Speriamo solo che la situazione si tranquillizzi per poter tornare a protestare in maniera pacifica.
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