Richie Havens, se ne è andata a 72 anni la rauca voce di libertà, che, con la splendida esibizione di Freedom, aprì il concerto di Woodstock
Freedom: Libertà… A vote mi sento come un bambino orfano di madre, a volte mi sento come se fossi quasi andato, ho un telefono nel mio petto, e lo posso chiamare dal mio cuore, quando ho bisogno di mio fratello, di mia sorella, di mia madre, libertà, libertà, battete le mani…
Così con le parole di questa ritmata canzone suonata, anzi, vigorosamente suonata con la sua chitarra in un’intonazione a note aperte e con un percussionista ed un altro chitarrista d’accompagnamento, il menestrello della libertà di Woodstock, Ritchie Havens, semplicemente, ma con un fortissimo spirito, raucamente cantava vibrando e sudando in un crescendo di emozioni, nel più grande concerto di tutti i tempi: Woodstock . Era il 1969 e davanti a lui si stavano ammassando in quel gran “pratone” migliaia, anzi milioni di ragazzi che sarebbero, da lì a poco, diventati quasi 4 milioni di spettatori, pronti ad immergersi per 3 gioni nella musica, nell’amore e nella libertà!
Richie Havens Freedom l’improvvisazione a Woodstock sulla base di Motherless Child, uno spiritual nero tradizionale
Con questa canzone improvvisata alla fine della sua esibizione a Woodstock sulla base si uno spiritual dei neri d’America, Richie Havens passò alla storia per quel coinvolgimento che seppe dare quella sua ultima ma sentitissima canzone improvvisata durante l’apertura del Grande concerto di Woodstock. Le note di Freedom suonate e cantate da Richie Havens continuarono e lo seguirono ance mentre si allontanava dal palco, quasi che non volesse più smettere di vibrare e cantare la voglia di libertà.
Libertà, Freedom l’emblema di quei 3 giorni di Woodstock, Peace and Love, oggi sembreranno, a molti, una “vecchia icona” ma forse, senza quel grande concerto di Woodstock a Bethel, nessuna musica, sarebbe stata quella di oggi.
Richie Havens se ne è andato ieri a 72 anni colto da un inaspettato infarto, libero da pregiudizi, libero da pensieri di guerra, reale testimone di un’epoca hippy (o hippie) che pervase moltissimi ragazzi in quel finire degli anni ’60 in cui la musica rappresentava degli ideali e non solo musica, in cui, molti, tra cui il sottoscritto, suonavamo e cantavamo contro le guerre, per la libertà dei Popoloi oltre i confini…
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Ritchie Havens dopo la sua esibizione di Woodstock venne l’anno successivo in tour in italia, suonò al Palalido di Milano e posso dirvi che fu un bel concerto pieno di spiritualità nera, di blues e d’anima. L’anima e la Libertà hanno sempre rappresentato la produzione musicale di questo blues man di questo soul man di questo cantante dell’anima.
Sotto potete vedere il video Cult di quell’ultimo sua canzone, partorita all’istante, tratta e sviluppata , parole comprese, lì per lì su quel fantastico palco che lo consacrò alla storia. Da allora, Freedom, libertà nel blues, nel rock, è Freedom di Richie Havens…
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