Finalmente, dopo un anno di attesa, è uscito il secondo capitolo della nuova trilogia di Peter Jackson, ovvero “Lo Hobbit – La desolazione di Smaug”! Dopo Hunger Games – La ragazza di fuoco, è il film più atteso di questo 2013 e, visto che c’è molto da analizzare, partiamo subito con la recensione!
Indice:
Dopo essere scappati dagli orchi capitanati da Azog il Profanatore, grazie all’aiuto delle aquile, Bilbo, Gandalf, Thorin e la compagnia di nani si rimette in viaggio verso la Montagna Solitaria alla ricerca di un antico tesoro appartenente ai nani, dove ora risiede il terribile drago Smaug.
Originariamente i film dovevano essere solo due, e questo si sarebbe dovuto intitolare “There and Back Again” (Racconto di un ritorno), ma dopo la decisione di dirigere un terzo film, quest’ultimo titolo sarà proprio dato al terzo capitolo.
Peter Jackson dirige sempre bene una pellicola che già sappiamo non passerà mai di moda… Però questa volta si lascia un po’ andare, forse perché si tratta di film già affermati e già amati, e quindi buttati un po’ lì, così, senza troppo impegno. Ovviamente si parla di singole scene e non di tutto il film, anche perché molte di quelle scene emozioneranno lo spettatore già affezionato al Signore degli Anelli. Peccato solo per quelle scene che percepiscono una carenza di sceneggiatura non differente, che a tratti diventa lenta e poco entusiasmante, tirandosi su solo nei momenti descritti appena sopra. Comunque è diretto bene, usando il sistema di proiezione iMax3D che è un piacere per gli occhi! Il 3D è contenuto, ma rende parecchie scene più entusiasmanti ed avventurose, facendoti entrare nella sequenza e portandoti “faccia a faccia” con i protagonisti.
Il finale, vi dirò, non mi è piaciuto. Non mi ha lasciato nulla, solo un vuoto incolmabile. Ho avuto modo di sentire pareri diversi da spettatori che erano li con me, e mi hanno assicurato tutti che la mancanza di finale si è sentita. Peccato, è una pecca da non sottovalutare.
Cast
Ritroviamo Martin Freeman (Bilbo), Ian McKellen (Gandalf), Richard Armitage (Thorin) e tutta la compagnia dei nani, e diciamo ben tornato all’amatissimo Legolas (Orlando Bloom), che nella versione romanzata non fa parte della storia, ma volevano fare una sorta di ricongiungimento alla vecchia trilogia (e poi è Legolas, quindi va sempre bene). Si introduce anche il personaggio di Tauriel (Evangeline Lilly), Elfa Silvana creata apposta per il film, e non presente quindi nella versione romanzata. Il drago Smaug è un personaggio veramente meraviglioso e ben fatto, doppiato nella versione originale da Benedict Cumberbatch (SerieTV Sherlock) e nella versione italiana da Luca Ward (meraviglioso doppiaggio italiano, aggiungo). Sorpresa graditissima anche la presenza di Stephen Fry, nel ruolo del Governatore di Pontelagolungo. Piccolo cameo per Cate Blanchett che torna, per un attimo, a vestire i panni di Galadriel. Sul cast nulla da dire, sono tutti ottimi interpreti e c’è quella comicità spicciola che comunque fa sorridere in quelle scene povere di contenuto.
Colonna Sonora
Le musiche rimangono quelle di Howard Shore che all’inizio del film ti fa risentire quell’aria celtica che ti riporta indietro nel tempo, ti fa venire la pelle d’oca e resta fedele all’impronta lasciata da tutta la saga. Mi sarei aspettata di più nella scena finale. Neanche un accenno di crescendo, rimane lieve, quasi impercettibile, e si ferma nell’istante in cui lo schermo diventa nero. Troviamo, però, un brano originale cantato da Ed Sheeran, “I See Fire”. Sheeran è stato suggerito dalla figlia di Jackson, che aveva visto in concerto qualche mese prima. Siccome Jackson voleva che il pezzo rispecchiasse le sensazioni dello spettatore alla fine del film, ha mostrato l’intero film a Sheeran.
Il terzo ed ultimo capitolo della trilogia sarebbe dovuto uscire il 14 luglio 2014 (le riprese dei tre film sono state effettuate a cavallo l’una con l’altra), ma poi è stata posticipata al 17 dicembre 2014. Io non vedo già l’ora!
Conclusione
In conclusione: Merita, perché merita. E’ diretto bene, fatto bene e presenta solo la pecca di esser stato lasciato andare, ed è un peccato, però è comunque da vedere, soprattutto per una scena che vale tutta l’attesa del film.
Vediamo se indovinerete di che scena sto parlando?
Buona visione!
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