Scoperte e sequestrate dalla Polizia Ferroviaria della Campania più di 17 tonnellate di rame rubato
Il furto del Rame è un nuovo business della criminalitàIl Rame è il nuovo oro: oro rosso. Negli ultimi anni, in tutta Italia, sta andando a ruba nel vero senso della parola.
Il Rame è sempre più richiesto (e di conseguenza sempre più rubato), ma perché? Innanzitutto le sue caratteristiche sono importanti per capire la sua preziosità: è considerato il miglior conduttore elettrico e termico dopo l’argento, è resistente alla corrosione, robusto e flessibile e può essere riciclato al 100% senza perdere le sue capacità.
Non è magnetico, è facilmente lavorabile, duttile e malleabile, è batteriostatico, cioè combatte la proliferazione dei batteri sulla sua superficie, è impermeabile ai gas, è facilmente piegabile, e non invecchia se esposto alla radiazione solare.
Sul mercato clandestino è quotato dai 4 ai 10 euro al kg ed è accettato in qualsiasi centro di rottamazione senza l’obbligo di esibire documenti o informazioni circa la sua provenienza. La gran varietà dei modi con i quali viene utilizzato (nell’edilizia, nei trasporti, nell’elettrotecnica, nell’impiantistica idrotermosanitaria, ecc. ecc.) lo rende facilmente reperibile e facilmente “rubabile”: lo si trova nei cantieri, nelle aziende, nelle stazioni ferroviarie, ma anche nelle tettoie e nei crocifissi di cimiteri e chiese, negli zuccherifici, nelle grondaie dei palazzi…
Spesso i ladri di rame sono ex operai delle Ferrovie che sanno dove reperire il materiale, ma anche bande di nomadi o cittadini rumeni che, rivendendolo ai grossisti, riescono ad ottenere lauti compensi.
Nel caso che trattiamo, invece, non sono ancora chiare le responsabilità: in un capannone del comune di Volla, alle porte del capoluogo campano, gli agenti della Polizia Ferroviaria hanno effettuato il sequestro più ingente realizzato dall’inizio dell’anno: 17 tonnellate e mezzo di rame. Secondo gli investigatori si tratta quasi sicuramente di rame trafugato dai binari delle ferrovie dello stato. Il rame trovato dagli agenti era già stato “lavorato”, e si trovava sotto forma di materiale granulato, cioè polverizzato.
Una tecnica collaudata, che consente di rendere più difficile agli investigatori di individuarne la provenienza.
Al momento il titolare della ditta proprietaria del capannone dove è stato rinvenuto il rame è stato indagato a piede libero per ricettazione.
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