Mentre c’è chi brucia le tessere del PD in piazza, si moltiplicano le ipotesi sul futuro Presidente della Repubblica
QuirinaleQuirinale, fumata nera, oggi pomeriggio altra votazione, mentre la ridda di ipotesi si alimenta di altre eventuali candidature a sorpresa
Quirinale: era prevedibile, Marini alla prima votazione non ce l’ha fatta: 521 voti su i 671 necessari per la sua elezione. Va detto che storicamente la competizione per il Quirinale assomiglia più ad una maratona che ad una gara di velocità e i primi nomi che sono stati fatti sono sempre risultati “bruciati”. Non è un caso che vecchie volpi della politica si siano defilate, aspettando in un angolo il momento buono per far convergere su di loro i voti di qualche strambo schieramento trasversale. Non è il caso ora di sciorinare la ridda di ipotesi che si accavallano, perché vi vi scrive ora continua a sperare in una sorpresa che rompa l’incantesimo maligno di una politica lontana dai cittadini e dal Paese reale, ma anche e soprattutto perché spesso e volentieri queste ipotesi si sono mostrate solo dei diversivi per nascondere le manovre sotterranee e confondere le acque, aprendo la strada al candidato vincente.
Per completezza di informazione, i risultati della prima votazione dell’Assemblea sono stati:
Marini 521 voti ,
Rodotà 240 voti,
Chiamparino 41,
Prodi 14,
Bonino 13,
D’Alema 12,
Napolitano 10,
Finocchiaro 7,
Cancellieri 2,
Monti 2.
I voti dispersi sono stati 18, le schede bianche 104, le nulle 15.
Quindi Rodotà nella prima votazione ha ottenuto ben 240 voti, ben più dei 162 voti su cui può contare il Movimento 5 Stelle.
Da segnalare qualche goliardata come il voto a Valeria Marini o i due voti a Franco Marino (curioso mix tra Franco Marini e Ignazio Marino) o il voto all’indimenticabile Conte Mascetti.
Comunque, mentre il PDL si mostra fiducioso in una eventuale elezione di Marini in un secondo momento (magari dopo la quarta votazione, quando non sarà più necessaria la maggioranza qualificata dei due terzi dei 1007 voti dell’Assemblea, ma basterebbe la metà, cosa che con i voti di oggi avrebbe visto Marini eletto alle soglie del Quirinale), annunciando di votare scheda bianca oggi pomeriggio, nel PD si svolge il dramma interno.
Dilaniato dalle divisioni, subisce anche la fortissima contestazione della base: già ieri sera all’uscita del teatro Capranica dove si erano riuniti i deputati, senatori e delegati regionali per discutere delle candidature, una folla si era radunata per contestare la scelta di candidare Marini al Quirinale, ma oggi, fuori dal parlamento, tra i contestatori c’era chi bruciava la tessera del partito in segno di forte protesta per il rifiuto di appoggiare Rodotà.
Così, mentre alle 15:30 è cominciata la seconda votazione, gli uffici di presidenza dei gruppi parlamentari di Pd e Pdl hanno reso nota la decisione di votare scheda bianca.
A votare saranno 630 deputati, i 319 senatori (compresi i 4 senatori a vita) e 58 delegati regionali (tre per ogni regione, tranne la Val d’Aosta che ne ha uno solo), i componenti dell’assemblea sono chiamati “Grandi elettori”: sulla carta il centrosinistra può contare su 496 voti, il centrodestra su 270, Scelta civica ha 70 grandi elettori e Il Movimento 5 Stelle conta su 162 voti
La diretta video della seduta comune che si svolge al Senato è visibile sul sito ufficiale del Senato della Repubblica a questo link, oppure potete avviare il video qua sotto.
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