La Profezia di Malachia. Siamo da poco usciti indenni dalla presunta profezia Maya sulla fine del Mondo e, dopo le dimissioni annunciate stamattina da Papa Benedetto XVI, una nuova “minaccia” farà sicuramente parlare di sé nelle prossime settimane.
San Malachia di Armagh era un abate irlandese vissuto tra il 1094 e il 1148. Canonizzato nel 1190 da Papa Clemente III, gli furono attribuiti già in vita diversi miracoli, il che alimentò nei suoi confronti un’intensa devozione popolare.
Malachia è noto però soprattutto come presunto autore di una misteriosa “lista” composta da 112 frasi in lingua latina. Ogni frase descriverebbe in termini sintetici e, spesso, molto criptici i pontefici a lui successivi. Una profezia, quella di San Malachia, tenuta in grande considerazione da molti esponenti della Chiesa cattolica, tra cui anche Papa Giovanni Paolo II.
San MalachiaLa profezia fu resa pubblica solo nel 1595, quando già alcuni Papi erano saliti al soglio di Pietro. Il primo della lista, Celestino II, era descritto dal motto “ex castro Tiberis” ovvero “da un castello sul Tevere”: Celestino II era in effetti originario di Città di Castello, anticamente chiamata Castrum Tiberis, cittadina umbra sulle rive del Tevere.
Anche per i successori i “motti” erano particolarmente precisi. Ad essere molto più interessanti sono però le descrizioni dei Papi successivi alla pubblicazione della profezia, il cui contenuto non poteva ovviamente essere alterato in alcun modo.
Ecco dunque che troviamo delle “coincidenze” molto significative, ad esempio, per Papa Urbano VIII (Lilium et Rosa = giglio e rosa) che aveva un giglio rosso nel suo stemma o Pio III (De parvo homine = il piccolo uomo) che al secolo si chiamava Francesco Todeschini Piccolomini o Pio IX (Crux de cruce = croce da croce) che fu Papa durante l’occupazione italiana dei Savoia, nel cui stemma c’era una croce.
Più recentemente la coincidenza più inquietante riguarda Papa Giovanni Paolo I, descritto dal motto “De medietate lunae = il periodo medio della Luna”. Il Papa, al secolo Albino Luciani, morì in circostanze misteriose dopo soli 33 giorni di pontificato, appunto la lunghezza di un mese lunare.
Dopo il motto riguardante Papa Benedetto XVI (De gloria olivae = la gloria dell’olivo) il cui senso non è stato ancora chiaramente individuato, nel testo della profezia di Malachia leggiamo qualcosa di inquietante.
Segue infatti un solo motto descrittivo “Petrus Romanus” (Pietro Romano) e una frase più lunga delle altre:
In persecutione extrema Sanctae Romanae Ecclesiae sedebit Petrus Romanus, qui pascet oves in multis tribulationibus; quibus transactis, civitas septicollis diruetur, et Judex tremendus iudicabit populum suum. Finis. (Durante l’ultima persecuzione della Santa Romana Chiesa siederà Pietro il Romano, che pascerà il gregge fra molte tribolazioni; passate queste, la città dei sette colli cadrà ed il tremendo Giudice giudicherà il suo popolo. Amen.)
Secondo la profezia di Malachia dunque il prossimo Papa sarebbe l’ultimo prima della caduta della Città Eterna di Roma e il Giudizio Universale.
In base, inoltre, ad una interpretazione particolarmente inquietante della profezia, il motto “Petrus Romanus” non sarebbe riferito ad un Papa, ma ad un camerlengo, ovvero al sacerdote che nel periodo di interregno tra un Papa e l’altro presiede a tutte le attività connesse alla cosiddetta “sede vacante”. Ebbene, l’attuale camerlengo si chiama Tarcisio Pietro Evasio Bertone ed è nato a Romano Canavese…
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