Le primarie del centrosinistra sono state indubbiamente un successo per chi le ha organizzate. Una grande affluenza, con oltre 4 milioni di elettori, ha infatti premiato notevolmente la coalizione, attualmente formata da PD, PSI, ApI e SeL, che ha fortemente voluto avvalersi di questo strumento. Un successo anche economico visto che ogni elettore ha versato agli organizzatori un obolo di 2 euro.
I risultati vedono un successo del segretario PD Pierluigi Bersani, che tuttavia non vince al primo turno come ipotizzava qualche analista politico fino a pochi giorni fa, ma si ferma ad un comunque ragguardevole 44%.
Ottima l’affermazione di Matteo Renzi, che arriva al 36%. Il sindaco di Firenze era e resta la grande incognita di queste elezioni primarie, essendo portatore di un messaggio di forte rottura nei confronti della nomenclatura del suo stesso partito.
Al terzo posto, con notevole distacco, segue il governatore pugliese e segretario di Sel Nichi Vendola, che ottiene tuttavia un discreto successo nelle regioni meridionali.
Solo le briciole per Laura Puppato, consigliera regionale veneta del PD (3%) e per l’assessore al bilancio del comune di Milano nonché esponente di ApI (ma soprattutto “guru” del gruppo face book “Marxisti per Tabacci” che è stato davvero uno dei tormentoni più seguiti sul web negli ultimi tempi) Bruno Tabacci, 1%.
Domenica prossima dunque servirà il ballottaggio tra Pierluigi Bersani e Matteo Renzi per stabilire chi sarà il candidato premier del centrosinistra.
In modo molto significativo in queste ore anche dagli altri schieramenti politici sono giunte importanti novità.
Il PdL, nonostante le ultime dichiarazioni di Berlusconi, appare sempre più convinto a svolgere il prossimo 16 dicembre le sue primarie. Angelino Alfano e Giorgia Meloni sono al momento i candidati indicati dai sondaggi come favoriti, ma la pattuglia dei candidati è nutritissima.
Il PdL, già in palese difficoltà e accreditato di un misero 15% (aveva il 37% quattro anni fa), potrebbe dunque cercare un minimo riscatto avvalendosi di uno strumento elettorale importato in Italia dai propri avversari storici. La stessa Giorgia Meloni si è recata oggi a uno dei seggi delle primarie del centrosinistra per “imparare” così come ha affermato lei stessa.
A giudicare tuttavia un po’ da tutti i sondaggi, i principali avversari del PD alle prossime elezioni saranno i ragazzi del MoVimento 5 Stelle, la lista fondata da Beppe Grillo. Anche Grillo è intervenuto con la consueta forza nel dibattito sulle primarie del centrosinistra, definendole in un suo post sul suo ormai famosissimo Blog “Primarie dei folli. Grillo attacca sia nel merito della scelta del candidato premier che sull’effettiva utilità della consultazione, poiché alla fine dei giochi sarà comunque ancora Monti a guidare il prossimo governo.
Anche il MoVimento 5 Stelle tuttavia si prepara alle sue primarie. Saranno però primarie diverse, esclusivamente online e finalizzate a comporre le liste per Camera e Senato. Improbabile che possano servire anche a indicare un candidato premier, figura che effettivamente non è prevista dalla Costituzione.
I motori delle forze politiche sono dunque accesi e condurranno alle elezioni “secondarie” di Aprile. Nel frattempo un Paese intero attende delle risposte importanti, in moltissimi casi (lavoro, giovani, ambiente, legalità) assolutamente vitali.
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