Come molti sanno, il master universitario attesta particolari conoscenze e competenze in un preciso ambito di studio o in un’attività professionale e può essere I o di II livello. La risposta alla domanda proposta nel titolo sembrerebbe abbastanza facile, la risposta che viene spontanea è SI, ma riflettendoci un po’ più attentamente ci accorgeremo che un SI così spontaneo non è la risposta giusta perché molti desiderano avere quella riga in più sul proprio CV ma la verità è che il master universitario non è accessibile a tutti ma bisogna AVERE I SOLDI.
In questo periodo di forte crisi economica, in questo periodo dove la parola precariato non fa più scalpore, in questo periodo in cui la disoccupazione sta raggiungendo la stessa percentuale dell’occupazione, il settore dei master universitari sembra non aver subito la crisi. Per quanto riguarda i prezzi, questi spaziano da pochissime migliaia di euro a molte migliaia di euro. Un master specialistico oppure in business administration costa dai 10 ai 15 mila euro, con un aumento di 10 mila euro per i master universitari internazionali. Per meglio comprendere la situazione riportiamo l’esempio dell’international full-time MBA organizzato dal Mip del Politecnico di Milano il cui prezzo supera di gran lunga i 20.000 euro.
Master universitari. Meno care città come Firenze oppure Bologna dove si va da un minimo di 200 euro fino ad arrivare a più di 10.000 euro per un master in giornalismo. Un’altra città “low cost” è Cosenza dove in media un master universitario costa intorno ai 2000 euro.
Tutto sommato, però, siamo fortunati perché in Italia è ancora riconosciuto il diritto allo studio e le varie università, per venire in contro alle famiglie, mettono a disposizione degli studenti dei finanziamenti da non sottovalutare.
Dimmi quale Master hai e ti dirò chi sei. Il master dovrebbe essere scelto valutando vari criteri come ad esempio la qualità, i programmi di lezioni, le ore di stage, l’esperienza e il CV dei professori che terranno il corso, il legame che c’è tra il master scelto e le aziende ma ciò è quello che accedeva prima, oggi invece a farla da padrone è l’aspetto economico. Sembra essere ritornati al passato dove la cultura era accessibile a pochi, dove chi aveva i soldi aveva anche la cultura e naturalmente chi aveva la cultura aveva anche maggiori possibilità di entrare a far parte del tanto agognato mondo del lavoro.
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