Nonostante la lotta al terrorismo prosegua ormai da 10 anni, il terrorismo non ha fine: oggi i talebani in Pakistan hanno fatto un’offensiva diretta contro il governo centrale di Islamabad. Hanno infatti catturato 22 soldati ad un posto di blocco nel nord del Pakistan. Questa regione si trova al confine con l’Afghanistan e, pertanto, viene considerata “proprietà” della rete terroristica internazionale di al-Qaeda e dei talebani.
All’inizio la notizia giunta dalle fonti ufficiali riportava il rapimento di 30 soldati, ma in un secondo momento Naveed Akbar, funzionario regionale locale, ha corretto l’errore dichiarando che i soldati catturati ammontavano a 22. Il numero non cambia la gravità dell’azione.
Appare paradossale che questo colpo basso contro il governo sia avvenuto proprio oggi, giorno in cui era stato offerto allo stesso governo di Islamabad un “cessate il fuoco” da parte dei talebani pakistani che avrebbe messo fine alla partecipazione del Pakistan nella guerra in Afghanistan. La concessione era stata confermata da Ehsanullah Ehsan, portavoce centrale del TTP (Tehrek-e-Taliban Pakistan), che aveva comunicato che “il TTP è sempre stato disponibile per un negoziato, ma purtroppo il governo pakistano ha continuato a seguire istruzioni da potenze straniere”. In realtà l’apertura al dialogo era evidentemente fasulla, dal momento che insieme all’offerta del “cessate il fuoco” venivano poste anche alcune condizioni che suonavano come un evidente ricatto, tra cui l’imposizione della sharìa (estrema legge coranica) in tutto il Paese attraverso una Costituzione nazionale in sintonia con lo spirito del Corano. Il TTP ha infatti indicato che “l’esercito pakistano dovrebbe diventare un esercito islamico puro e non agire come una forza mercenaria dell’America. Dovrebbe inoltre prepararsi per una rivincita della guerra del 1971. Questo aggiungerebbe alle nostre forze il potenziale dei mujaheddin del Kashmir”.
I Talebani pakistani, forse volendo mostrare al governo quello di cui sono capaci, allo scopo di incentivare l’accettazione del ricatto, hanno rapito i 22 soldati.
Insomma, ancora una volta si ha avuto la riprova di come il terrorismo non sia un nemico convenzionale. Nonostante il tentativo di dialogo, non ci sarà mai comprensione tra due entità, una governativa ed una terroristica, che parlano due lingue diverse: rispettivamente diplomazia e guerra.
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