Malvaldi e il suo Odore di chiuso… che si diffonde oltralpe.
Basta varcare la frontiera di Ventimiglia e subito si sprofonda in un mare di profumi , sentori di pino, di ginestre, di mimose, di lavanda… e giù lungo la costa fino alla Provenza di Aix , Marsiglia, Arles, Les Baux…..
Passando nell’entroterra si può raggiungere Grasse, terra di fragranze, patria di celebri profumerie e di odori tutti speciali…
Rien à voir con l’Odore di chiuso di Marco Malvaldi, niente a che vedere…ma fino a un certo punto perché “l’Odore “sa di Toscana e la Toscana e la Provenza hanno tante similitudini di colore, sapore e odore.
È un odore tutto speciale quello che si libera dalle pagine di questo librino che ho già avuto modo di decantare.
Se ne parlo e ne riparlo, è perché oltre ad essermi piaciuto, averlo regalato e consigliato come amena lettura a familiari e amici che condividono con me il piacere dell’esercizio del leggere in italiano, ora posso consigliarlo anche a chi l’italiano non lo legge, perché da neppure una decina di giorni il libro si trova nelle librerie francesi tradotto nella versione di oltralpe.
Odore di chiuso è un giallo ambientato in Maremma alla fine dell’Ottocento, in un’Italia da poco unificata (il libro in Italia è uscito nel 2011, l’anno del 150 anniversario dell’unificazione) con un personaggio quanto mai “gustoso ” e dai baffi saporiti, nei panni dell’osservatore acuto e attento, niente meno che il celebre Pellegrino Artusi , autore di La scienza in cucina e l’arte di mangiar bene .
Letterato gourmet, studioso di storia naturale, l’Artusi finirà per risolvere il caso, un delitto nel castello del barone di Roccapendente, con nobili decaduti in cerca di sopravvivenza di ogni tipo e sorta, maggiordomo, zitelle in caccia di marito, ragazze emancipate …insomma un giallo ma di quelli più che ameni, pieno di petit clin d’oeil , un giallo di quelli che fanno ben ridere, sorridere e divertono.
Odore di chiuso sbarca in Francia con un titolo un po’ più banale e scontato.
Ci viene infatti proposto sotto Le Mystère de Roccapendente, dalla casa editrice Christian Bourgois (che a mio avviso ha fiutato più che bene ) e la traduzione è di Lisa Chapuis.
Personalmente non ho ancora letto la traduzione francese, e benché non sia una fan delle traduzioni, soprattutto quando posso leggere in V.O. credo che questa volta farò uno strappo alla regola perché sono curiosa di vedere come il libro renda in francese e che odore abbia.
Odore di chiuso non è il primo libro di Marco Malvaldi, che ha infatti esordito con “La briscola in cinque”, un piccolo giallo ben costruito, soprattutto animato da personaggi molto particolari che prendono vita in uno sfondo che non poteva che piacermi: la Toscana.
Massimo il barrista, pisano, detective a tempo perso e costretto a esserlo dalle circostanze e quattro vecchietti frequentatori del bar (tra cui Ampelio, il nonno del barista) che passano le giornate a farsi i fatti altrui a interessarsi dei fattacci di cronaca e poi chiaramente a vedere brillare la scintilla della soluzione grazie all’acume di Massimo.
Non per nulla in bar si chiama BarLume. Un nome che è già tutto un programma.
L’ultimo libro di Malvaldi, la sua quinta creazione che ha pubblicato recentemente, inizio 2012,dopo il precedente “Odore di chiuso”(vincitore del Premio Isola d’Elba Raffaello Brignetti 2011 e del Premio Castiglioncello 2011), si intitola”La carta più alta”ed è il quarto della serie delle avventure della lieta brigata del BarLume.
Tutti i libri di Marco Malvaldi in Italia sono editi da Sellerio e in questi giorni, l’autore che era in giro per l’Italia a presentare il suo ultimo libro, era ieri presente al Salone del libro di Torino.
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