Da sempre uno degli obiettivi degli artisti è stato quello di far parlare di sé e Michael D’Antuono, pittore di New York, già noto alle cronache per altre performance estreme non fa certamente eccezione. L’ultima trovata dell’artista newyorkese è ritrarre il Presidente americano Barack Obama con la testa coronata di spine, come un novello Cristo crocifisso.
L’opera, esposta alla Bunker Hill Community College Art Gallery di Boston, ha già destato profondo scalpore in USA e l’eco ha rapidamente attraversato l’Oceano arrivando anche in Europa. In origine l’anomalo Obama crocifisso doveva essere esposto a New York 4 anni fa per celebrare i primi cento giorni dall’insediamento alla Casa Bianca, ma le vibranti proteste di gruppi cristiani di destra avevano fatto soprassedere gli organizzatori.
Il dipinto ha un titolo emblematico: “The Truth”, cioè “La Verità”. D’Antuono spiega che “La crocifissione del presidente è da intendersi in senso metaforico. Il mio intento non è quello di paragonarlo a Gesù, bensì quello di promuovere l’idea che i ‘liberal’ credono che il presidente sia letteralmente il nostro salvatore”.
Come detto D’Antuono non è nuovo a simili provocazioni. Celebre ad esempio l’opera Indipendence/Dependence, un opera doppia in cui la Statua della Libertà, da un lato reca al posto della fiaccola una pala eolica e al posto del libro un pannello solare, mentre dall’altra indossa un chador, imbraccia un mitra e custodisce un barile di petrolio.
D’Antuono però ha un rapporto particolare proprio con il Presidente Obama, ritratto di spalle a una platea di giornalisti muniti di occhiali 3D (titolo “What I meant was”) oppure a cavallo di un leone.
Spazio anche alla sua Segretaria di Stato Hillary Clinton, ritratta con le curve di Marylin Monroe.
L’Arte non è certamente nuova a simili provocazioni e, si sa, quando si tocca la sfera religiosa il clamore diventa massimo. Ne sapeva qualcosa anche Edvard Munch, celebre autore de “L’urlo”, ma anche di una “Madonna” estremamente provocatoria, soprattutto per la sua epoca visto che l’opera fu dipinta, in cinque versioni, tra il 1894 e il 1895.
Alla prossima provocazione allora!
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