Il mandato dell’attuale Capo dello Stato, Giorgio Napolitano, scadrà il prossimo 15 maggio. Esattamente un mese prima, il 15 aprile, inizieranno in Parlamento le operazioni di voto per il suo successore.
Gino Strada, fondatore di Emergency, potrebbe essere il candidato del MoVimento 5 Stelle al QuirinaleNuovo Presidente della Repubblica: le regole dell’elezione
Per l’elezione del Presidente della Repubblica la Costituzione Italiana prevede una procedura di voto del tutto particolare. Le due Camere infatti saranno convocate in seduta comune (presiederà la Presidente della Camera Laura Boldrini) e, oltre ai 630 deputati, i 315 senatori e i 4 senatori a vita, parteciperanno al voto anche 58 rappresentanti delle Regioni (tre per ogni regione tranne la Val d’Aosta che ne può esprimere solo uno). In totale dunque gli “elettori” del nuovo Presidente della Repubblica saranno 1007.
Nei primi tre scrutini occorre ottenere i due terzi dei voti, ovvero almeno 672. Dal quarto scrutinio in poi basta la maggioranza semplice, cioè solo 504 voti.
La più ampia maggioranza parlamentare mai ottenuta da un Presidente della Repubblica si registrò nel 1978 quando il socialista Sandro Pertini venne eletto con 832 voti su 995, ma ci vollero ben 16 scrutini.
Il suo successore Francesco Cossiga, insieme a Enrico De Nicola e Carlo Azeglio Ciampi, è stato eletto invece al primo scrutinio.
Nuovo Presidente della Repubblica: i candidati più accreditati
Per la successione di Giorgio Napolitano non è stato ancora individuato un nome su cui possano convergere fin dalla prima votazione le preferenze dei due terzi dei componenti dell’Assemblea.
I quattro schieramenti presenti in Parlamento non hanno, per ora, espresso candidature ufficiali, ma non mancano i nomi dei potenziali “papabili”. Nessun favorito dunque, forse anche per la scaramanzia, visto che molto spesso nella storia della Repubblica, i favoriti della vigilia sono usciti poi sconfitti.
Il centrosinistra (che ha 495 elettori su 1007) potrebbe tuttavia, con il semplice aiuto di una decina di voti da altri schieramenti, eleggere un proprio candidato piuttosto agevolmente già al quarto scrutinio. Il nome dell’ex premier Romano Prodi circola già da tempo, ma non è il solo.
L’ex presidente dell’Antitrust Stefano Rodotà e il costituzionalista Gustavo Zagrebelsky sono altri due nomi “forti” molto probabilmente graditi anche ad altri schieramenti.
In caso di accordi tra centrosinistra e centrodestra potrebbero invece prendere quota i nomi dell’ex presidente del Senato Franco Marini o addirittura del fedelissimo berlusconiano Gianni Letta.
Il MoVimento 5 Stelle deciderà il proprio candidato online attraverso una votazione che avverrà in due fasi. L’11 aprile gli iscritti potranno proporre ciascuno un proprio candidato. I dieci candidati più votati accederanno ad un secondo turno, il 16 aprile, in cui la “base” deciderà il candidato ufficiale.
Nessuna indicazione, ma numerose candidature “eccellenti” sulle quali potrebbero poi convergere anche i voti, determinanti, del centrosinistra. In primis il fondatore di Emergency Gino Strada, ma anche magistrati come Ferdinando Imposimato o Roberto Scarpinato.
Non solo uomini però tra i candidati. La radicale Emma Bonino è da tempo in corsa per il Quirinale (fu già candidata nel 1992) e piacerebbe sia a Monti che a parte del centrosinistra. Meno probabile la candidatura di Rosy Bindi, presidente del PD. Resta invece valida l’opzione legata all’attuale Ministro degli Interni Annamaria Cancellieri, il cui nome è tuttavia in ballo anche per il prossimo Governo.
Senza contare l’ipotesi della PM milanese Ilda Boccassini, ipotesi circolata nella giornata di ieri e che deve essere suonata a Silvio Berlusconi come un crudele pesce d’Aprile.
Non solo candidature però, ma anche anti-candidature. Nelle ultime ore hanno destato molto scalpore, ad esempio, le dichiarazioni di Giuliano Ferrara che ha promesso di farsi esplodere (!) in caso di elezione di Gino Strada al Quirinale dopo aver lanciato messaggi analoghi relativamente alle ipotesi Rodotà e Bonino.
Al prossimo Presidente, chiunque sarà, spetterà probabilmente la soluzione all’attuale fase di stallo relativo al Governo, in attesa che le Commissioni Parlamentari entrino pienamente in funzione.
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