Dopo l’incontro di questa notte tra il governo e le parti sociali, decisa sia la sospensione dello sciopero indetta da giovedì 14, sia l’obbligo delle retribuzioni. Un nuovo decreto Salva Ilva entro martedì.
La questione Ilva non si ferma. Dopo lo stop della magistratura, ecco la risposta del governo che ha annunciato la possibilità di un decreto ad hoc pubblicato entro Martedì. E’ il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Antonio Catricalà, ad annunciarlo nel mentre di una riunione tra Governo e parti sociali tenutasi a Palazzo Chigi. La legge Salva-Ilva deve essere quindi applicata, con necessità, e l’azienda deve pagare le retribuzioni nonostante la pendenza del giudizio. Presenti al tavolo, ieri sera, Mario Monti, Nichi Vendola, i segretari nazionali di Cgil, Cisl e Uil, i rappresentanti di Confindustria e il presidente dell’Ilva, Bruno Ferrante. Come prima conseguenza della decisione, vi è stata la revoca dello sciopero annunciato nei giorni precedenti dai sindacati, a partire dalle 7 di questa mattina.
Il presidente di Confindustria, Giorgio Squinzi, si dice molto preoccupato sulla vicenda Ilva, una azienda che non può chiudere: “Vorrebbe dire mettere in pericolo cinquantamila posti di lavoro, l’economia di una Regione, la credibilità dell’Italia come grande paese manifatturiero”. Il governo ha sollecitato la messa in atto della legge 231/2012, che permetterebbe all’Ilva di continuare a produrre e di vendere i prodotti realizzati durante il periodo di obbligo di fermo dato dalla magistratura.
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