L’agenzia delle Entrate lo inaugurerà tra pochi mesi: saranno controllati tutti gli aspetti della vita, anche i più impensabili. Molto lo sconcerto e troppe le perplessità.
Un nuovo metodo per combattere gli evasori fiscali: è il redditometro, uno strumento che l’Agenzia delle Entrate inizierà ad usare nei prossimi mesi, probabilmente tra febbraio e marzo. Il suo fine ultimo è quello di recuperare ben 120 miliardi di euro, cifra che sfugge alle casse del fisco a causa di coloro i quali dichiarano il falso. Il suo metodo di funzionamento non si basa su grandissime tecnologie sofisticate: è una semplice comparazione tra quanto il consumatore dichiara e il suo tenore di vita. L’elenco degli indici di cui il redditometro è composto è ampio: 11 categorie per più di 100 voci. Ogni aspetto della vita è preso in considerazione e sarà analizzato attentamente: non solo le spese che balzano subito all’occhio, quali l’acquisto di beni immobiliari, auto sportive o yacht; alimentari, hobby, palestre, pay-tv e addirittura il parrucchiere. Come a voler dire che ci si può permettere una messa in piega di più, deve pagare in più.
Le perplessità già non mancano: sebbene lo scopo sia nobile e la sua azione auspicabile, ci si domanda su come si possa effettuare un’indagine così capillare su una popolazione piuttosto ampia. C’è chi sostiene che lo strumento sia fin troppo invasivo, che vada a intrinsecarsi in aspetti privati delle persone. Il direttore dell’Agenzia delle Entrate però scuote la testa con diniego e lo fa tramite una lettera pubblica sul Corriere della Sera. La sua filosofia è piuttosto semplice: se vi è stata spesa, vi era guadagno. Conti alla mano allora signori, perché il redditometro è anche retroattivo fino al 2009. Sarà meglio iniziare a registrare qualsiasi “lusso” ci si concede.
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