Lo scandalo del Monte dei Paschi di Siena è sicuramente l’argomento di maggior peso nell’attuale campagna elettorale. A farne le spese, anche secondo i più recenti sondaggi, è il Partito Democratico. Il tema del rapporto privilegiato del partito di Pierluigi Bersani con la banca senese è sicuramente un argomento molto forte a sostegno degli avversari del PD. A salire nei sondaggi e “beneficiare” del calo dei democratici sono il MoVimento 5 Stelle ed il PdL: Entrambe le liste sono comunque date da circa tre settimane in costante crescita, dunque da prima ancora dello scoppio dello scandalo.
Il rapporto stretto tra scandali bancari e sondaggi dunque è tutto da dimostrare. Se infatti il MoVimento 5 Stelle colpisce durissimo sulla vicenda Mps arrivando a ipotizzare responsabilità dirette dei vertici del PD, suffragate anche da donazioni della banca senese alle campagne elettorali del partito “di riferimento”, il PdL si limita a giocare di scherma, senza affondare eccessivamente il colpo.
Secondo quanto riportato dal Fatto Quotidiano e dall’Huffington Post infatti anche il leader del centrodestra ha dei legami forti con l’istituto bancario di Siena. Su conti del Mps sarebbero infatti transitati i denari per la costruzione di Milano 2 e Milano 3 agli albori del regno berlusconiano, nonché più recentemente le somme destinate alle cosiddette Olgettine. Lo stesso Silvio Berlusconi, subito dopo l’esplosione dello scandalo, ha subito voluto definire Monte dei Paschi di Siena “un’istituzione a cui voglio bene”.
A subire contraccolpi negativi dalle vicende bancarie, inevitabilmente, è anche il neo-politico visto più vicino alle banche dall’immaginario collettivo, ovvero il premier uscente Mario Monti.
Se i legami tra Monte dei Paschi di Siena e Partito Democratico sono forti, anche il PdL del resto non può dirsi del tutto “vergine”. Rimanendo in Toscana infatti sono da tempo all’attenzione degli inquirenti le vicende del Credito Cooperativo Fiorentino diretto per quasi venti anni dall’attuale coordinatore nazionale PdL Denis Verdini, ora indagato per bancarotta fraudolenta dopo il fallimento dell’istituto bancario.
Come dimenticare poi le vicende della banca padana Credieuronord? Umberto Bossi, leader della Lega Nord, nel 1998 invitò i vertici del partito a sottoscrivere le quote della banca che divenne punto di riferimento per il movimento autonomista. La banca, a causa di gravi carenze nella gestione, chiude i battenti nel 2004. Più tardi la Banca Popolare di Lodi, guidata da Giampiero Fiorani, tenterà un salvataggio in cambio del quale –stando a quanto affermato dall’ex consigliere comunale leghista e giornalista di Radio Padania Rosanna Sapori, Silvio Berlusconi avrebbe ottenuto la proprietà legale del simbolo leghista del Sole delle Alpi.
Un intreccio tra politica e mondo bancario decisamente stretto, fin troppo. Il dubbio che nella politica italiana attuale girino un po’ troppi soldi (per usare un eufemismo) pare più che fondato.
Commenti riguardo il post