La piaga delle slot machines non accenna minimamente a cicatrizzarsi, anzi continua a perdere pus e serio. Ormai, i giocatori non si limitano a giocarsi solo lo stipendio ma addirittura gli assegni familiari e le varie sovvenzioni che i comuni danno ai cittadini “meno fortunati”, è proprio il caso di dirlo.
Dalle recenti indagini emerge che sono sempre di più le persone che si avvicinano al video poker, alle scommesse e alle slot machines perché vedono nel gioco d’azzardo una reale possibilità di “guadagno facile”. La cosa sconcertante, anche se non è una cosa del tutto nuova, è il fatto che le sovvenzioni che i comuni passano alle persone meno abbienti finiscono direttamente nelle “macchine mangia soldi”. I soldi che i comuni danno a queste persone sono soldi destinati alle bollette, all’affitto oppure per pagare le rate del mutuo.
I giocatori incalliti non si pongono nessun freno, infatti buttano in queste macchinette denaro proveniente dagli assegni di disoccupazione o dalle sovvenzioni.
L’allarme è stato lanciato dall’associazione “Scuole delle buone pratiche” e tra i coordinatori c’è Piero Magrì che ha commentato cosi questo fenomeno angoscioso da un punto di vista legislativo ” “il vuoto legislativo pare incolmabile, le azioni contrarie a questo fenomeno che si possono mettere in campo sono per un’amministrazione davvero limitate. Contro un regolamento comunale troppo restrittivo, ci si può facilmente appellare al Tribunale amministrativo regionale , dove spesso le sentenze sono a favore di chi diffonde e commercializza le macchinette. Ecco perché quello che chiediamo è una legge che sia chiara e molto più restrittiva”.
Resta comunque il fatto che le soluzioni per fermare la dipendenza dalle macchinette ci sono, esistono e possono essere messe in pratica , ma chi urla al problema sociale, chi si impegna, anzi sarebbe meglio dire fa finta di interessarsi, per risolvere questo fenomeno è contemporaneamente anche “lo spacciatore”, e come fa lo spacciatore a dire che la droga fa male e non deve essere venduta dato che gli assicura un guadagno.
Si potrebbe iniziare dal piccolo, innanzitutto non pubblicizzando il gioco d’azzardo oppure anziché dire “Gioca senza esagerare” si potrebbe dire “Non giocare”, si potrebbe tenere i giocatori sotto controllo, si potrebbe provare a curare i giocatori più incalliti, si potrebbe eliminarle del tutto visto che non recano benefici a nessuno, anzi no, c’è chi trae beneficio e vede nel gioco d’azzardo un’ottima opportunità di guadagno, in fondo siamo in un periodo di crisi e le casse sono a secco.
Commenti riguardo il post