No Tav, resistere, resistere, resistere. “blocchiamo tutto”
Finalmente i No Tav si stanno organizzato ed hanno capito che, per rendere più vivi i loro problemi, è forse ora di realizzare una protesta capillare in tutt’Italia.
Non sono delinquenti ma persone di ogni estrazione sociale che vogliono discutere sul progetto Tav. Si perché, in realtà con loro, non ha mai discusso nessuno. Tante parole ma nessuno si è mai interessato veramente anche di valutare l’impatto ambientale che avrebbe un’opera così “devastante “in Val di Susa. L’opera Tav costerà davvero tanto e troppi, forse, sono come al solito in queste occasioni, gli interessi finanziari che si muovono per realizzare la Tav.
Dopo una lunga giornata di tensione i No Tav hanno deciso. E ora “blocchiamo tutto” . Portare la protesta fuori dalla Val di Susa, a Torino, in Piemonte, in tutta Italia. I leader del movimento, nell’assemblea di Bussoleno seguita alla rimozione dei blocchi sull’autostrada A32 (poi rioccupata in serata) e allo sgombero dei manifestanti, indicano anche un’ora precisa:
Alle 18 “blocchiamo tutto”. E così è: la protesta dilaga da Trieste a Bologna, da Paola a Genova, da Bergamo a Roma, da Napoli a Milano. Manifestanti e simpatizzanti No Tav bloccano treni e stazioni (a Torino, Genova, Ancona e Paola), occupano strade (a Trieste e Torino) e tangenziali (a Torino e Bologna), invadono uffici e sedi di partito (quella del Pd a Roma), fanno decine di presidi, assemblee e cortei.
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Le bandiere con il “treno crociato”, simbolo della lotta No Tav, fra tensioni e blocchi, spuntano in tutta la penisola e si sovrappongono alle immagini di scontri e violenza che nella notte, per più di un’ora, hanno trasformato lo svincolo di Chianocco dell’A32, prima, e le strade di Bussoleno, poi. Sassaiole, barricate, incendi, lacrimogeni, manganellate e getti degli idranti hanno segnato il ritorno della legalità sull’autostrada. Il bilancio è ancora una volta pesante:
un manifestante arrestato, 29 feriti fra le forze dell’ordine (nessuno grave), un numero imprecisato fra i No Tav, compreso il loro leader storico, Alberto Perino, che, dice, è stato manganellato e si è fratturato un gomito. E poi le scene dell’irruzione della Polizia in una bar-trattoria (‘La rosa blù di Vernetto di Chianocco), con gli agenti che sfondano una porta a vetri alla ricerca di No Tav:
“E’ stata una caccia all’uomo, nella notte, per le vie di Bussoleno, invase dal fumo dei lacrimogeni”, dicono i No Tav.
Il Presidente del Consiglio Mario Monti, informa una nota di P. Chigi, ha convocato per domani pomeriggio a Palazzo Chigi, al suo rientro da Bruxelles dove si trova per il Consiglio europeo, una riunione sui lavori per l’asse ferroviario TAV Torino-Lione, per verificarne lo stato di avanzamento nelle necessarie misure di sicurezza.
Intanto giungono notizie positive sul “coma farmacologico” di Luca Abbà: pare stia migliorando fisicamente. Si spera, comunque, che i 52 mila volts, tale è stata la scarica che si è abbattuta su Abbà, non abbiano causato danni irreparabili.
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