Muro di Berlino, Berliner Mauer, più semplicemente The Wall, 13 agosto 1961, 9 novembre 1989. Google Cultural Institute lo racconta
Muro di Berlino, un incubo sempre lì presente per quasi un trentennio ha rappresentato, l’assurdità della Politica spinta agli estremi livelli. Il Muro di Berlino divise letteralmente la Città, morirono, cercando di attraversarlo senza adeguati permessi ben 133 persone, il Muro di Berlino, non tagliò solo la città ma anche l’intero paese Germania ed addirittura, tutto il mondo. Divise il globo in una sfera americana ed una sovietica, presto diventò il simbolo “più duro” e crudele della Guerra Fredda.
Le origini del muro di Berlino sono però da ricercare nell’imminente dopo guerra, alla fine della seconda Guerra mondiale si instaurò la Guerra Fredda, una sorta di subdola guerra combattuta con le privazioni e le imposizioni che si alimentò dal 1949 con la divisione, della Germania in due parti come conseguenza dell’esito della seconda guerra Mondiale.
Durante il primo decennio di questa subdola guerra dettata moltissimo dasi canoni dello sviluppo commerciale, non esisteva ancora il muro di Berlino, ma le condizioni di vita tra le due Berlino, controllate con posti di blocco, erano letteralmente diverse. La Città marciava a due marce, dove la Berlino dell’est sotto l’unione sovietica faticava moltissimo con l’economia dovendo ripagare l’Unione Sovietica dei danni subiti nella seconda Guerra Mondiale mentre la Berlino dell’ovest viveva in pieno la crescita economica del primo dopoguerra ed era in pieno sviluppo e crescita economica.
Ovviamente accadde quello che comunemente accade in una situazione analoga, molti cittadini de’est, una volta munitisi di permessi (non facili da ottenere) entravano nella Berlino dell’ovest e, da lì, spesso fuggivano abbastanza lontano dalla città ma sempre in Germania, per rifarsi una vita.
Abbandonavano tutto, anche la casa e sovente, non potendo espatriare tutti, anche perché la cosa avrebbe rappresentato una fortissima spesa per un popolo ridotto quasi alla fame, anche le famiglie di appartenenza.
La cosa pesò in modo ulteriore negli anni all’economia della Berlino dell’est che perse moltissime persone, ma, oltre a “braccia e forza lavoro”, perse anche individui con buona formazione culturale, laureati che espatriarono dove un’economia più”aperta” gli avrebbe permesso, oltre ad un miglior guadagno, visto gli stipendi da “fame” con i quali erano pagarti, anche delle possibilità migliori di potersi permettere, questo per i giovani, di “mettere su famiglia”.
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Nelle prime ore del 13 agosto del 1961 accadde, quello che io definisco, “l’inverosimile Cultural Storico Germanico”: le unità armate della Germania dell’est interruppero tutti i collegamenti tra Berlino est e ovest e iniziavano a costruire, davanti agli occhi esterrefatti degli abitanti di tutte e due le parti, un muro insuperabile che avrebbe attraversato tutta la città, che avrebbe diviso le famiglie in due e tagliato la strada tra casa e posto di lavoro, scuola e università.
Oggi 9 novembre 2012 è la ricorrenza della Caduta di questa ideologia, dell’apertura delle “Menti” ma non bisogna dimenticare il grande uomo il Grande presidente dell’Unione Sovietica di quegli anni: Mikhail Gorbaciov, (Mihail Sergeevič Gorbačëv, per l’esattezza) che con la sua politica di apertura dell’est verso l’occidente, la “Perestroika”, radicale trasformazione della politica e della economia e portando anche la trasparenza politica, cominciò a cambiare strada all’Unione Sovietica.
Il resto, per fortuna, è solo amaro ricordo anche se taluni, i più conservatori della politica dell’est, ovviamente non concorderanno con questo “punto di vista”.
Google Cultural Institute, mette disposizione, all’interno del suo archivio storico virtuale, una galleria di foto molto interessante: The Berlin Job e La Fine della Cortina di Ferro, che, attraverso un percorso virtuale di immagini ormai storiche della vita di tutti i giorni della Berlino del’est e dell’ovest e le loro rigide divisioni, può far veramente capire quanto oggi, sembrino così duri, ma anche distanti quei lunghi, 23 anni del Muro di Berlino.
www.google.com/culturalinstitute
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